“Con il disegno di legge che Forza Italia presenterà in Senato nei prossimi giorni ci aspettiamo un salto di qualità sulla costruzione e ristrutturazione degli impianti calcistici italiani. Una proposta che porterà vantaggi soprattutto al Sud Italia, dove la maggior parte degli impianti realizzati più di sessant’anni fa si trova oggi all’interno dei nuovi perimetri urbani. Grazie alla nostra proposta potremo finalmente rigenerare parti importanti delle nostre città”. (StrettoWeb)
La notizia riportata su altri giornali
“Tante volte abbiamo parlato di stadi, ma oggi Forza Italia ha aperto la collaborazione con tutte le forze politiche per dare delle risposte concrete. Non parole, ma fatti per agevolare il percorso perché spesso ci si perde nella burocrazia. (Voce Giallo Rossa)
La Sampdoria sta sfruttando al meglio questo periodo con lo scopo di scendere in campo con maggiori consapevolezze. Intanto, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della proposta di Forza Italia al fine di migliorare e velocizzare la costruzione nonché la ristrutturazione degli impianti calcistici in Italia. (Samp News 24)
Credo che nella valorizzazione del prodotto Serie A, anche i diritti televisivi vivono della qualità dello stadio, di una modernità dell’offerta che non è scontata. Segue quanto da lui dichiarato: “Tutte le società che hanno intrapreso un percorso di ammodernamento hanno visto raddoppiare i ricavi. (CalcioNapoli1926.it)
Gli stadi di calcio in Italia hanno un’età media di 61 anni in Serie A e 63 anni in Serie B e l’epoca di costruzione del 33% degli impianti è compresa tra il 1920 e il 1937. Inoltre a gravare sul mancato rinnovo o costruzione di nuovi stadi c’è la burocrazia e la moltitudine di enti con i quali i club si devono interfacciare per ovviare a tutte le procedure necessarie. (Italia Oggi)
Le risorse invece sono fondamentali ma collaterali allo stesso tempo”. Non parole, ma fatti per agevolare il percorso perché spesso ci si perde nella burocrazia. (fcinter1908)
“Le coperture degli stadi devono diventare delle coperture in grado di produrre energia. Gli stadi contribuiscono per una quota rilevante, anche molto visibile, a quell’80% non efficientato energicamente degli impianti sportivi italiani e io vorrei che gli stadi diventassero invece un esempio al quale riferirsi, anche relativamente a impianti più piccoli, a partire comunque dagli impianti più energivori”. (il Dolomiti)
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