Nessuna modifica al capo di imputazione, nessuna discussione sulle aggravanti prima del processo. Del merito dell’accusa mossa a Luciano Biffi, il 62enne detenuto al carcere di Monza e reo confesso dell’omicidio di Pierluigi Beghetto, ammazzato a 53 anni con un falcetto da giardinaggio a Esino Lario ad aprile per una lite su una questione di vicinato, si discuterà davanti alla Corte d’Assise di Como, con prima udienza fissata il prossimo 29 gennaio, come previsto nel decreto di giudizio immediato già emesso lo scorso mese a carico dell’imputato.
L’istanza
Ieri mattina, il Gup del tribunale di Lecco Salvatore Catalano ha respinto l’istanza presentata dal difensore dell’imputato, l’avvocato Giorgio Pagnoncelli, che chiedeva l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi dall’accusa di omicidio, contestata dalla procura di Lecco (il pubblico ministero è Chiara Stoppioni). Circostanza, quest’ultima, che rende il reato punibile con l’ergastolo e che comporta, per questo motivo, l’impossibilità di accedere al rito abbreviato (con relativo sconto di un terzo della pena). La difesa dovrà dunque cercare di convincere i giudici dell’Assise sull’altra sponda del lago, in merito all’insussistenza da lui sostenuta dell’aggravante.
Oltre alla pubblica accusa, al processo parteciperanno in veste di parte civile anche i familiari di Beghetto (che a Esino ricopriva l’incarico di assessore), come preannunciato dal legale che li rappresenta, l’avvocato Massimo Tebaldi.
Biffi è accusato di omicidio volontario, aggravato appunto da motivi abietti e futili.
Il giorno del delitto – il 21 aprile 2024 – fu lo stesso Biffi a chiamare i carabinieri e a farli intervenire a Esino, in via Verdi, davanti alla palazzina dove vivevano vittima e aggressore.
Poco prima della telefonata alle forze dell’ordine, al culmine di un diverbio, aveva aggredito e ucciso con un falcetto da giardinaggio Beghetto, apicoltore e assessore del paese al quale è sempre stato molto affezionato (anche se originario di Usmate Velate, in Brianza, e residente in altra provincia), sposato e padre di due figli. Sembra che il brutale assassinio fosse avvenuto, stando a quanto ricostruito, per un litigio dovuto a un sacco di pellet lasciato davanti alla porta “sbagliata”.
L’arresto
Per Biffi era scattato immediatamente l’arresto.
Nel primo interrogatorio davanti al pubblico ministero, si era assunto la responsabilità del delitto, fornendo la propria versione dei fatti. Il provvedimento restrittivo era stato successivamente convalidato il 24 aprile, con la conferma della detenzione in carcere.
Durante la fase delle indagini preliminari, il gip del Tribunale di Lecco aveva respinto la richiesta di incidente probatorio, avanzata dalla difesa, finalizzata a sottoporre l’indagato ad accertamenti sulla sua capacità di intendere e volere.
Beghetto, a differenza dell’imputato, era molto conosciuto in paese, a prescindere dal ruolo pubblico. Era elettricista, volontario antincendio, apicoltore, e a Esino aveva una seconda casa.
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