La guardia di finanza ga eseguito un sequestro d’urgenza di crediti d’imposta per 31 milioni di euro. Al termine delle indagini, sono stati iscritti nel registro degli indagati, a vario titolo, 44 persone (residenti in Campania, Lombardia, Sardegna, Calabria e Sicilia), con l’accusa di truffa ai danni dello Stato e di reimpiego di proventi illeciti.
La Procura di Napoli Nord ha disposto il sequestro d’urgenza delle risorse creditizie individuate, al fine di scongiurarne l’utilizzo in compensazione. La misura cautelare segue altri provvedimenti simili grazie ai quali è stata evitata la circolazione di crediti di imposta fittizi, per un valore complessivo di oltre un miliardo e 700 milioni di euro, il cui utilizzo indebito in compensazione.
Si tratta di crediti da investimenti nel Mezzogiorno, introdotti nel 2015 a favore delle imprese che effettuano l’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive nelle zone assistite delle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, Molise e Abruzzo.
In particolare – si legge in una nota a firma del procuratore Maria Antonietta Troncone – le attività di indagine sono state svolte mediante l’esame dei dati contenuti nei cassetti fiscali di alcuni indagati coinvolti nei controlli dello scorso 19 giugno, con il sequestro di crediti falsi connessi agli aiuti alla crescita economica, “SuperAce”.
La “nuova” attività ha permesso di individuare 50 persone, residenti nelle regioni del Sud Italia, titolari di crediti per importi cospicui – in alcuni casi milionari – afferenti investimenti nel Mezzogiorno che, in realtà , non sono mai stati eseguiti. Le indagini hanno permesso, inoltre, di scoprire che alcune società avevano perfino fatto ricorso ad operazioni straordinarie, come le cessioni di ramo d’azienda, pur di aggirare l’incedibilità a terzi del credito.
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