Durante un incontro al Ministero delle imprese e del made in Italy, il Ministro Adolfo Urso ha tracciato un quadro critico della situazione attuale dell’industria automobilistica europea, definendola al collasso. Citando la chiusura di tre impianti annunciata da Volkswagen, Urso ha sottolineato che il futuro del settore dipenderà dall’Europa e dalle sue politiche.
Le sanzioni previste dall’Unione Europea a partire dal 2025, rivolte ai costruttori che non rispetteranno i limiti di emissione di CO2, sono state indicate come la causa principale della crisi. Secondo il Ministro, queste regole obbligano le aziende a scegliere tra tre opzioni, tutte dannose: ridurre la produzione di auto termiche, forzare la vendita di veicoli elettrici o acquistare crediti di CO2, spesso da competitor come Tesla.
Stop agli incentivi per l’acquisto di auto
Sul piano interno, Urso ha ribadito che il Governo non riproporrà gli ecobonus per l’acquisto di auto a basse emissioni, definiti inefficaci. Il Ministro ha spiegato che l’ultimo investimento di un miliardo di euro, concordato con Stellantis per aumentare la produzione in Italia, non ha prodotto i risultati sperati.
“È come svuotare un oceano con dei secchielli”, ha commentato Urso, precisando che queste risorse saranno meglio utilizzate per migliorare la competitività del sistema industriale italiano, piuttosto che per misure che non generano risultati concreti.
Divergenze con Stellantis
Le posizioni tra il Ministero e Stellantis, il maggiore produttore di automobili in Italia, restano molto distanti. Urso ha chiesto al gruppo un piano industriale dettagliato per gli stabilimenti italiani, con un impegno concreto verso nuovi investimenti nel Paese: “Stellantis oggi chiediamo che si assuma la responsabilità sociale del rilancio dell’auto italiana“.
Stellantis ha risposto difendendo la propria strategia: “Stellantis ha un piano per l’Italia e lotteremo per difendere la nostra leadership. In questo momento di transizione le politiche che garantiscono la stabilità delle regole sono più importanti che mai e i target del 2025 erano noti fin dal 2019, in quanto sono rimasti gli stessi decisi nella legislazione europea 2014-2019.
Un investimento di 50 miliardi di euro e quattro piattaforme native elettriche, ma capaci di accogliere le trazioni endotermiche. Modificare la regolamentazione in corsa non è una buona idea perché il mondo non tornerà indietro sulla elettrificazione e l’Italia è un Paese esportatore“.
Il fondo automotive e il piano europeo
Il Governo ha annunciato un fondo automotive da 400 milioni di euro, destinato a salire a un miliardo e 640 milioni nel 2025 e 2026. Queste risorse saranno assegnate alle imprese che contribuiranno a rafforzare l’intero sistema industriale.
Urso ha inoltre proposto un piano a livello europeo che preveda incentivi alla domanda stabili e duraturi, supportati da risorse comuni. Questa visione punta a garantire maggiore sostegno ai consumatori e a rafforzare la competitività del settore automobilistico in tutta l’Unione.
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