Al via la fase di realizzazione della Comunità Energetica Rinnovabile del mandamento di Sondrio, dopo un lungo iter di programmazione e progettazione, iniziato due anni fa con la manifestazione d’interesse alla Regione Lombardia, la Comunità montana Valtellina di Sondrio avvia con orgoglio e soddisfazione l’iniziativa che coinvolge 22 amministrazioni di cui 20 Comuni del mandamento, la Comunità Montana e il Comune di Sondrio.
Comunità energetica rinnovabile
Entro la fine di questo mese, le realtà municipali coinvolte approveranno lo statuto del nuovo soggetto nei rispettivi consigli comunali e il 9 dicembre davanti al notaio, con la firma di tutti i soci fondatori, la Comunità energetica rinnovabile (CER) sarà costituita ufficialmente sotto forma di “associazione riconosciuta”.
In tempo per consentire ai soggetti pubblici e privati coinvolti, purché nelle realtà municipali sotto i 5mila abitanti, di partecipare ai bandi del PNRR che mette a disposizione complessivamente 2,2 miliardi di euro per contributi fino al 40% della spesa sostenuta. Un traguardo importante che rende particolarmente orgoglioso il presidente della Comunità montana, Tiziano Maffezzini, che nella mattinata di ieri ha riunito nella sede dell’ente i rappresentanti degli Ordini professionali e gli amministratori comunali del mandamento e del Comune di Sondrio rappresentato dall’Assessore Simone Del Marco, per fare il punto della situazione grazie anche ai contributi del responsabile dell’area tecnica della Comunità Montana Paolo Ferrari e del consulente esterno Tommaso Lippi.
“La CER nasce da un percorso di consapevolezza portato avanti nel tempo – sottolinea Maffezzini – inserito nel percorso della Green community, uno dei sette pilastri sui quali si fonda l’attività finanziata nell’ambito del PNRR. Stiamo arrivando alla fine di questo primo percorso che è anche il più complicato, più ricco di burocrazia, che porterà alla costituzione della CER».
Con 4 cabine primarie, localizzate a Castione, Lanzada, Sondrio e a Tresenda, la comunità sarà aperta a PMI e privati, con il vantaggio che non andranno incontro a rischio patrimoniale. Inoltre, i costi di progettazione, realizzazione e gestione della CER dei primi anni non graveranno sui fruitori, così come i costi di formazione del fondo patrimoniale saranno a carico dei soci fondatori. Una Comunità energetica che di fatto unisce il territorio nella produzione, nella condivisione e nell’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili, anche se il presidente della Comunità Montana non esclude la possibilità di realizzare piccole centraline sugli acquedotti comunali.
Molto orgoglio
“Un circuito chiuso in cui si produce e si consuma – sintetizza Maffezzini – secondo un modello incentivato dallo Stato che consentirà benefici economici a chi realizzerà gli impianti, ma anche agli utenti. I benefici sono per tutti i soggetti. Anche per questo siamo molto orgogliosi di questo percorso che ha richiesto un’assistenza giuridica e tecnica molto complessa (ci siamo rivolti a soggetti che hanno già operato in questo campo). È un percorso a cui teniamo molto come a tutti quelli legati alla transizione ecologica e alla sostenibilità che abbiamo portato avanti. La Cer è un ulteriore tassello che coinvolge ancora di più le nostre comunità e i nostri paesi, la nostra gente e soprattutto il tessuto imprenditoriale che potrà beneficiare delle somme a disposizione essendo incentivato a realizzare impianti anche laddove non si pensava di farne”.
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