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Gli studenti scendono in piazza in tutta Italia. Tensioni a Torino, bruciato fantoccio di Valditara #finsubito richiedi prestito immediato


Da Roma a Torino a Napoli, passando per Padova Milano e Bologna: gli studenti di tutta Italia si sono uniti oggi nello sciopero proclamato contro le misure del Governo nell’ambito dell’istruzione pubblica, chiamato “No Meloni Day”. Nel mirino dei più giovani, i rappresentanti politici di tutto l’arco parlamentare: imbrattate con vernice rossa le foto di Giorgia Meloni a Milano e di Elly Schlein a Torino, Matteo Renzi tra gli studenti di Genova. Tra gli obiettivi della protesta, anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

Torino

Tensioni a Torino tra studenti e forze dell’ordine. Il corteo del “No Meloni day” è partito da Piazza XVIII Dicembre per manifestare contro il governo e il genocidio del popolo palestinese. Gli studenti hanno bruciato un fantoccio raffigurante il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, all’angolo tra corso Vittorio Emanuele e corso Galileo Ferraris. Poi hanno sfondato il cordone di polizia in via XX Settembre, raggiungendo piazza San Carlo e piazza Castello, dove sono avvenute le tensioni, con contatti tra agenti e ragazzi di fronte alla Prefettura.

Una quindicina di poliziotti dei reparti mobili sono stati portati al pronto soccorso in seguito all’esplosione di un ordigno rudimentale, intossicati dalle esalazioni urticanti rilasciate nell’aria. 

“’Valditara a testa in giù’ urlavano sotto il Ministero. E sarebbero questi gli interlocutori democratici? La scuola italiana non ha bisogno di replicanti degli estremisti degli anni ’70” ha commentato il ministro della Pubblica istruzione e del Merito in un post su X con varie immagini delle manifestazioni studentesche di oggi, tra cui quella del fantoccio con le sue sembianze dato alle fiamme a Torino.

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Milano

Arrivati in via Turati, a pochi passi dal Consolato degli Stati Uniti, gli studenti milanesi del corteo ‘No Meloni day’, al quale hanno partecipato circa 500 persone, hanno organizzato un flash mob esponendo una grossa bandiera della Palestina. Alcuni attivisti hanno indossato maschere di Donald Trump, Putin, Netanyahu, Elon Musk, Giorgia Meloni e altri esponenti politici internazionali, imbracciando fucili di cartone. Sotto alla bandiera hanno imbrattato l’asfalto di vernice rossa.

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“La polizia – hanno detto, riferendosi agli agenti in tenuta antisommossa schierati per impedire loro di raggiungere il Consolato – difende gli uffici di chi è complice del genocidio in Palestina. Come è possibile che la democrazia ce la voglia insegnare uno Stato costruito su terre rubate dal colonialismo? Un Paese che ha bombardato mezzo mondo, un Paese costruito dagli schiavi”. Durante il flash mob sono stati accesi fumogeni. Prima di sciogliere il corteo, durante il quale è stata fatta anche un’azione con i fumogeni davanti ai giardini di Porta Venezia, gli studenti hanno ricordato Licia Pinelli, la vedova del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, morta lunedì scorso: “A questa donna va tutta la nostra riconoscenza”.

Sciopero studenti a Milano, vernice rossa su foto di Meloni e ministri (localteam)

Gli studenti rivendicano il protagonismo, la voglia di contare nella scuola e il diritto allo studio con forme di incentivazione per chi è più disagiato. Ma c’è anche il no decisivo “all’alternanza scuola lavoro”, espresso con il flash mob di fronte ad Assolombarda a Milano: un gruppetto di studenti ha esposto uno striscione con scritto “Avete le mani sporche di sangue, l’alternanza uccide”, mostrando i palmi delle mani imbrattati di vernice rossa. “La scuola sta perdendo la sua funzione originaria, quella formativa”.

Il corteo, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone, è poi proseguito verso corso di Porta Vittoria e via Visconti di Modrone. Al megafono i ragazzi hanno parlato anche dei “lavoratori della scuola che vengono sospesi per aver criticato Valditara”. “Non abbiamo paura che continuino a sospendere i professori – hanno detto – noi continueremo a rivendicare la libertà del pensiero libero e la possibilità di esercitare il pensiero critico”.

 

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Roma

Nella Capitale, il corteo si è mosso verso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in viale Trastevere, dove gli studenti hanno espresso la loro contrarietà alle politiche di Valditara e della ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, in particolar modo contro l’alternanza scuola lavoro. Cori, slogan e striscioni anche contro i tagli in manovra, il DL sicurezza e la guerra in Palestina. La sede del dicastero diretto da Valditara, tra l’altro, è diventata ‘Ministero della Guerra’: a ribattezzarlo così, con una grande scritta bianca sull’asfalto.

Un minuto di rumore anche in via Marmorata: i giovani dei collettivi romani hanno infatti agitato i mazzi chiavi e fatto risuonare una sirena alle casse, “per Giulia Cecchettin, per tutte le donne uccise brutalmente e contro la repressione di questo governo”, ha spiegato una studentessa. “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce” hanno poi scandito al megafono ricordando anche la manifestazione del 23 novembre indetta da Non una di meno in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25.

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Sempre a Roma cinque studenti con il volto coperto da foulard rossi, le braccia tese verso l’alto e le manette ai polsi si sono schierati davanti al cordone degli agenti del reparto mobile in tenuta antisommossa mentre dal corteo veniva lanciata vernice rossa. Appesi al collo dei giovani dei cartoni con su scritto “arrestateci/e tutti/e” , “stop repressione subito” e “no ddl 1660” (il ddl Sicurezza, ndr). L’azione è inscenata alla fine di Ponte Sublicio.

Bologna

Il corteo degli studenti a Bologna si è concluso in piazza San Francesco, dove i liceali e universitari hanno bruciato il testo della legge sulla scuola promossa da Valditara. Slogan contro il titolare di viale Trastevere, Meloni, ma anche Piantedosi, anche in relazione agli scontri di sabato scorso. La mobilitazione riguarda anche la crisi della sanità, la violenza di genere e la condizione delle scuole. Il corteo, partito da piazza Verdi, ha fatto tappa davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale, lasciando alcuni scatoloni con scritte contro l’alternanza scuola-lavoro e ricordando gli studenti rimasti vittime di incidenti in azienda. “Gli studenti sanno da che parte stare” hanno urlato al megafono.

 

Cagliari

Un centinaio di studenti degli istituti superiori del capoluogo sardo ha sfilato in corteo, concludendo la manifestazione con un sit-in sotto la Regione Sardegna. La manifestazione è stata organizzata dall’Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza con il sostegno di associazioni pacifiste e antimilitariste. “Contro guerra e repressione fermiamo il governo”, “no alla deriva aziendalista della scuola” e “vogliamo potere” alcuni degli slogan che avevano nel mirino le politiche del governo sull’istruzione e la propaganda della cultura bellica.

Sciopero studenti a Milano, vernice rossa su foto di Meloni e ministri

Sciopero studenti a Milano, vernice rossa su foto di Meloni e ministri (localteam)

Genova

Manifestazioni studentesche organizzate dai collettivi Osa e Cambiare Rotta a Genova. In piazza anche le due studentesse che si erano incatenate nell’atrio dell’Università della città per chiedere all’ateneo di aprire un centro antiviolenza. “No Meloni Day – contro guerra, repressione e sfruttamento” e “No Ddl 1660”, i due striscioni srotolati alla testa del corteo, partito da piazza Corvetto e che ha attraversato la città. In piazza, un centinaio di studenti. Non mancano bandiere della Palestina e cori contro il sionismo e per la pace. 

“Basta soldi per la guerra: finanziate l’istruzione” hanno gridato i manifestanti. Gli studenti hanno mostrato le foto della premier Meloni, dei ministri Salvini e Valditara e dell’ex premier Matteo Renzi con una manata di vernice rossa sul volto, per ricordare gli studenti morti durante l’alternanza scuola lavoro. Tra loro, Lorenzo Parelli, 18enne morto in Friuli nel gennaio 2022.

Il corteo si è fermato davanti alla sede di Confindustria Genova al grido di “Pagherete caro, pagherete tutto”, contro i percorsi di alternanza scuola lavoro. I manifestanti hanno concluso il corteo in piazza De Ferrari.

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