Pendolari in rivolta per la chiusura della tratta extraurbana Roma-Viterbo. A protestare è ll Comitato pendolari Roma Nord che esprime la propria assoluta contrarietà al blocco della tratta extraurbana della Roma-Viterbo per le opere di ammodernamento e di raddoppio, “troviamo inaccettabile che per raddoppiare 5 km di binario si debba sospendere l’esercizio su circa 20 km di linea. Come avviene in tutto il mondo, si può operare in soggezione d’esercizio, anche attraverso cantieri notturni. È deludente constatare che la Regione, Cotral e Astral non abbiano preso in considerazione le nostre richieste”.
I pendolari rivendicano il diritto alla mobilità sostenibile. “Dobbiamo poter viaggiare: è impensabile sostituire il servizio ferroviario con un numero spropositato di autobus al giorno per raggiungere Roma, considerando che le vie Cassia, Tiberina e Flaminia sono già congestionate e ingestibili fin dalle 7 del mattino – accusa Fabrizio Bonanni, presidente del Comitato pendolari Roma Nord – Speriamo, altrimenti troveremo altri modi per farci sentire, che venga trovata una soluzione più adeguata alle esigenze dei pendolari, che pagano biglietti e abbonamenti non per andare a piedi, ma per muoversi con il treno”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’associazione TrasportiAmo, David Nicodemi: “Astral ci ricasca e torna a proporre, come unica soluzione, nell’incontro presso l’assessorato ai trasporti della Regione Lazio coi sindaci dell’area interessata e Cotral, la sospensione dell’esercizio di 16,5 km di linea, da Montebello a Morlupo, più della lunghezza della tratta urbana. E lo fa a scatola chiusa, senza permetterci di consultare il progetto definitivo per comprendere, soprattutto, la tipologia degli interventi e il loro cronoprogramma, né in quali momenti questi interverranno effettivamente sul binario di corsa”.
E ancora: “Come già espresso dagli amici del Comitato, ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a questa decisione, convinti che le opere di ammodernamento e raddoppio possano essere realizzate in soggezione d’esercizio, come sta facendo Italferr e Rfi sulla Fl2 tra Lunghezza e Guidonia Montecelio. Inoltre, dai nostri calcoli è emerso che, per sostituire solamente 8 treni Flaminio-Catalano e viceversa, attivi nei giorni lavorativi (dal lunedì al sabato) nelle ore di punta – 4 al mattino e 4 al pomeriggio/sera – sarebbero necessari circa 94 autobus, con una media di 11,7 bus per ciascuna corsa. Una soluzione insostenibile dal punto di vista logistico e ambientale, che non può essere accettata”.
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