BRINDISI – Saranno giudicati con rito abbreviato due imputati brindisini che devono rispondere delle accuse di spaccio di sostanze stupefacenti e tentata estorsione. La prossima udienza davanti al gup del tribunale di Brindisi è fissata per il 12 novembre 2024. Oggi, martedì 8 ottobre, il giudice Vittorio Testi ha accolto la richiesta di venire giudicati con il rito alternativo. I due imputati sono il 46enne Vito Andrea Mandorino e la 32enne Noemi Fiusco, entrambi brindisini, entrambi difesi dall’avvocato Cinzia Cavallo. Sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Brindisi insieme a un altro uomo, il 3 aprile scorso. L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro della procura di Brindisi.
Su ordinanza di custodia cautelare della gip Barbara Nestore, Mandorino era stato condotto in carcere dai militari, mentre Fiusco e l’altro uomo agli arresti domiciliari. L’indagine era partita da un episodio ben preciso. È il 20 febbraio 2023, un uomo giunge al pronto soccorso dell’ospedale Perrino in codice rosso. Gli ci vorranno dieci giorni per riprendersi: infatti si tratta di un’overdose. I carabinieri cominciano a indagare e a ricostruire un presunto giro di spaccio di droga (marijuana, hashish, cocaina e crack).
Inizialmente, “attenzionano” Mandorino e l’altro uomo che verrà poi arrestato, poi in un secondo momento il nome di Fiusco compare sul registro degli indagati. L’8 aprile 2023 accade un episodio, ricostruito in questi termini dagli investigatori: Fiusco e Mandorino “bussano” alla porta della casa del padre di una loro acquirente. Calci e pugni alla porta dell’abitazione, poi desistono, poiché il padre della giovane minaccia di chiamare le forze dell’ordine. I due avrebbero vantato un debito da 150 euro, sempre in materia di droga. Avrebbero poi chiamato al telefono la vittima, rivolgendole pesanti minacce.
Tutti e tre gli arrestati vengono quindi indagati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre i soli Mandorino e Fiusco anche per il presunto tentativo estorsivo. Dopo gli arresti, compaiono davanti alla gip Nestore per gli interrogatori di garanzia. I tre respingono le accuse. Mandorino e Fusco spiegano che il debito vantato sarebbe stata una scusa per incontrare l’acquirente per chiarimenti di natura personale. Intanto, la posizione del terzo indagato viene stralciata: il procedimento a suo carico è in corso. Mandorino e Fiusco, come detto, hanno scelto il rito abbreviato, che in caso di condanna prevede uno “sconto” pari a un terzo della pena.
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