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Emendamento del Governo al Dl Salva Conti che introduce l’obbligo di spalmare il Superbonus relativo alle spese 2024 in 10 rate, una misura finalizzata fronteggiare l’importo eccessivo dell’agevolazione.

Ad anticipare questa ipotesi allo studio era stato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Finanze del Senato, poi confermata con tanto di bollinatura dell’emendamento. Il correttivo prevede, per le spese sostenute nel 2024, la ripartizione della detrazione in dieci rate annuali.

Emendamenti di Governo al DL Salva Conti

Dal 2025 le banche non possono più compensare i crediti del Superbonus con debiti previdenziali, ma rateizzarli  in 6 quote annuali di pari importo, ad eccezione degli istituti di credito che per i bonus avevano versato un corrispettivo pari o superiore al 75% dell’importo delle relative detrazioni.

Vengono istituiti due fondi per la riqualificazione di aree colpite dal sisma e per interventi realizzati da enti del terzo settore, Onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, in forma di contributi a fondo perduto.

Infine, bloccata la cessione delle rate residue del Superbonus per crediti per i quali sia stata utilizzata anche solo una rata.

Detrazione decennale del Superbonus

Tra i principali emendamenti sulla legge di conversione del Decreto-Legge 39/2024 (il “Salva Conti”) del 29 marzo 2024, spicca dunque il correttivo volto a obbligare i contribuenti a ripartire la detrazione in 10 anni anziché in 4 anni. Un vincolo che in pratica è retroattivo per le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 e che dovrebbe vermarsi al quelle fino al 31 dicembre.

Al momento, invece, si tratta di una opzione limitata alle spese 2022 e detratte a partire dalla dichiarazione dei redditi 2024 nei casi in cui i relativi crediti non siano mai stati utilizzati.

Il nuovo obbligo di applicare la detrazione decennale potrebbe in futuro estendersi a tutti gli interventi edilizi per le spese sostenute a partire dal periodo d’imposta 2024, ma per ora ci si limita all’anno d’imposta in corso, focalizzandosi sul Superbonus.

Superbonus senza sconto in fattura

Di contro, non sono più concesse aperture in materia di scambio crediti: come espressamente dichiarato dal Ministro, non sono stati presi in considerazione proposte di emendamenti volti ad introdurre una qualsivoglia deroga alla stretta impressa alla misura, in relazione alla cessione del credito e lo sconto in fattura.

Secondo il Ministro, inoltre, l’indicazione di Bankitalia di fermare in anticipo la misura del Superbonus è arrivata tardivamente, solo nel 2024, rendendo impossibile ogni azione risolutiva.

Sarebbe stato possibile fermare anticipatamente la misura del superbonus, come ha indicato recentemente Bankitalia? “Sarebbe stata gradita se l’indicazione fosse stata fatta prima, magari nel 2021, nel 2022 o nel 2023. Arriva nel 2024, quando il governo esattamente sta procedendo a fare questo.

Malumori di mercato

Non si è fatta attendere la reazione delle imprese alla ennesima stretta impressa dal Governo. Ben sintetizzata alle parole del vicepresidente di Confindustria, Maurizio Marchesini:

Comprendiamo bene le difficoltà del governo per impedire che la coda dei crediti da Superbonus metta a rischio il deficit programmatico di questo 2024. Tuttavia, in nome della certezza del diritto non ne condividiamo l’eventuale retroattività.

 

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