MACERATA Una spesa di 3,8 milioni di euro per l’intervento di riqualificazione della viabilità di collegamento della parte finale di via dei Velini con la frazione di Villa Potenza: una strada destinata a diventare una strada urbana grazie alla realizzazione della bretella di collegamento Montanello-Villa Potenza, su cui si riverserà il traffico pesante in entrata e uscita dal capoluogo.
I dettagli
L’appalto dei lavori interessa il tratto che va dall’incrocio di Montanello a Villa Potenza e riguarderà opere di ampliamento della carreggiata, illuminazione pubblica, banchine di fermata dei bus e attraversamenti pedonali in completa sicurezza, consolidamento dei terreni in generale con opere di contenimento sulle scarpate dove c’è dissesto idrogeologico, infine rifacimento dell’asfaltatura. Questo nuovo progetto andrà a sostituire quello legato alla terza corsia in salita nel tratto Villa Potenza-Montanello previsto dalla precedente amministrazione di centrosinistra guidata dall’ex primo cittadino Romano Carancini e che invece è stato mandato in soffitta dal sindaco Sandro Parcaroli e dalla sua giunta che hanno virato su questo progetto alternativo. Detto questo, la polemica invece è incandescente sull’utilità delle opere in via dei Velini. Ad andare all’attacco è il consigliere comunale di Strada Comune Alberto Cicarè: «Dal 17 giugno – afferma – chiuderà al traffico via dei Velini, nel tratto vicino a Villa Potenza. Per fare i lavori di ampliamento della carreggiata, come da delibera di giunta, finanziati dal Pnrr, missione 2, Rivoluzione verde e transizione ecologica. Sì proprio così, rivoluzione verde!. Importo: 3.828.000 euro. Poi uno va a vedere il progetto esecutivo e scopre che la carreggiata non verrà ampliata, perché attualmente è di 8 metri, poi risulteranno due corsie da 3.5 metri ciascuna, con allargamenti sui tornanti. Ma verranno realizzati due marciapiedi larghi 1.5 metri ciascuno, uno a destra scendendo da Macerata per tutto il tratto fino alla fine della strada di scorrimento, uno a sinistra più corto. E verranno fatte opere di consolidamento della carreggiata».
La critica
«Allora la storia di questa opera è molto particolare: l’amministrazione precedente – sottolinea Cicarè – aveva deliberato di fare una terza corsia, tipo quella che viene da Piediripa. Poi questi di adesso hanno detto che quel progetto non era necessario, perché ci penserà la Regione a fare la strada che planerà dalla fine della strada di scorrimento fino a Villa Potenza, con pendenze da salto con gli sci. Allora loro, visto che il portafoglio di babbo Pnrr copre tutto, hanno deciso di fare i marciapiedi. Che non stanno in tante vie della città dove passano continuamente pedoni, ma lì erano talmente importanti da spenderci quasi 4 milioni».
La situazione
L’accusa: «Allora: io non ho visto mai, da e per Villa Potenza, code chilometriche o traffico particolarmente congestionato. Come strada per i mezzi pesanti c’è via Ghino Valenti. Anche la terza corsia non sarebbe stata un’opera di prima necessità. Ma buttare letteralmente 4 milioni in questo modo, sperando poi che la Regione intervenga per fare un’altra strada, di cui non si vede al momento il finanziamento, ma soprattutto la fattibilità ingegneristica, è da matti. Soprattutto se poi si vanno a vedere le esigenze reali della città». Il confronto con la situazione in altre zone di Macerata: « Mentre facciamo con la rivoluzione verde del Pnrr – ironizza Cicarè – i marciapiedi in via dei Velini, in via Mattei la strada sta per venire giù. E il Comune ha stanziato 170.000 euro, con mutuo, per sostenere la carreggiata. Una cifra che evidentemente non può coprire i problemi strutturali di quella strada, fondamentale per lo scorrimento del traffico in città, e che se Dio vuole verrà raggiunta dall’intervalliva La Pieve-Mattei, la vera svolta per raggiungere la città, e che renderà il sottopasso di via Roma una struttura di quartiere, ma questa è un’altra storia. La storia è sempre la stessa: siccome non sono soldi loro, li spendono senza un progetto né una visione. L’insostenibile leggerezza di chi amministra denari pubblici senza doverne rendere conto, almeno fino a che la città non si sveglia».
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