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Cosa significa per “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” l’iscrizione alla World Heritage List #finsubito prestito immediato


In occasione della 61esima edizione del TTG Travel Experience di Rimini, sono stati presentati i dati raccolti nell’ambito della ricerca sugli impatti di lungo periodo dell’iscrizione a sito UNESCO del Sito Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Lo studio, condotto dalla società formules, è volto a capire se e come l’iscrizione a Sito Unesco abbia influenzato le opinioni, le percezioni e le decisioni degli stakeholder territoriali, l’andamento dei principali indicatori economici nelle aree comprese nel perimetro del sito e infine la reputazione, la notorietà e l’attrattività turistica delle località coinvolte, con particolare attenzione a 3 tipi di impatto: sociale, economico occupazionale, comunicazionale.

I comuni interessati dalla candidatura UNESCO sono 101: 29 comuni interessati dalle 6 Core Zones (aree di eccellenza) e 72 comuni interessati solo dalle 2 Buffer Zones (aree di protezione delle eccellenze individuate).

Le Core zones corrispondono ai seguenti 6 territori: La Langa del Barolo (7 comuni); Il Castello di Grinzane Cavour (1 comune); Le Colline del Barbaresco (2 comuni); Nizza Monferrato e il Barbera (7 comuni); Canelli e l’Asti Spumante (3 comuni); Il Monferrato degli Infernot (9 comuni).

L’analisi li ha inclusi tutti (aggregando i dati disponibili a livello comunale) ma ha deciso di analizzare anche le informazioni riguardanti i 99 comuni confinanti con la buffer zone (Control Zone). I comuni analizzati sono stati pertanto in totale 200.

La ricerca ha previsto un questionario mirato a valutare se, come e quanto la designazione Unesco abbia impattato le attività di 10 categorie di stakeholder presenti sul territorio (sindaci e amministratori locali, operatori del settore turistico, produttori vinicoli e titolari di aziende agricole, agenzie immobiliari, imprenditori, albergatori e proprietari di agriturismi, ristoratori, commercianti, giornalisti e media locali, enti ed operatori culturali), a cui hanno risposto 512 persone nell’arco di poco più di un mese tra aprile e maggio 2024.

Successivamente si sono tenuti due focus group a cui hanno partecipato una trentina di persone, organizzati con l’intento di comprendere se e come l’iscrizione abbia influenzato le opinioni, le percezioni e le decisioni dei diversi stakeholder territoriali. La ricerca ha comportato la creazione di 20 dataset e l’analisi di 51 serie storiche pre e post nomina Unesco, in ambiti quali Mercato immobiliare, Mercato fondiario, Settore del turismo, Imprese, Occupazione, Prezzi.

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Awareness e impatto sociale
Per quanto riguarda il sentimento di awarness, il 96% dei rispondenti dichiara di essere a conoscenza del Sito Unesco, tuttavia, solo il 49% conosce la sua geografia – anche il 26%* dei sindaci ha risposto erroneamente alla domanda sulla conoscenza dell’articolazione del territorio. Il 27% dei rispondenti non è consapevole delle ragioni per cui al sito è stato attribuito un eccezionale Valore Universale. Risulta inoltre essere particolarmente sottovalutata (solo 8% delle risposte) la coltivazione di vitigni autoctoni.

Secondo il 78% dei rispondenti, l’impatto della nomina a Sito Unesco è percepito maggiormente dagli esterni rispetto a chi vi risiede, mentre solo il 5,1% afferma che i turisti ne riconoscono meno il valore. Tra gli impatti più riconosciuti vi sono la promozione internazionale della cultura enogastronomica piemontese e l’accrescimento della reputazione nazionale e internazionale. Il valor della nomina a sito Unesco è invece riconosciuto come meno impattante rispetto al senso identitario ed all’orgoglio civico.

Se da un lato, tra i benefici della nomina, è segnalato, quindi, un oggettivo aumento del prestigio, questo viene contrastato da preoccupazioni concernenti la salvaguardia del territorio e i rischi di overtourism
I focus group hanno evidenziato la necessità di stringere reti locali e sinergie sempre più forti, con la necessità di chiedere all’Associazione di fornire agli amministratori pubblici linee guida e un piano di obiettivi e priorità allineati con il piano di gestione Unesco: una formazione adeguata, quindi, essenziale per gestire le sfide future.

Impatto economico
Per valutare l’impatto economico che la nomina a sito Unesco ha avuto sul territorio si sono studiati 6 ambiti di analisi: mercato immobiliare, mercato fondiario, settore del turismo, imprese, occupazione, prezzi e inflazione. L’analisi statistica (DiD) ha stabilito una relazione statisticamente significativa tra la designazione Unesco e le variabili indagate nelle serie storiche, riscontrando un risultato positivo nel 73% di esse. Ciò significa che la nomina Unesco ha impattato numerosi andamenti economici locali, infatti, la stima dell’impatto economico mostra un ritorno monetario totale di circa 121 milioni di euro.

Impatto immobiliare
Sul versante immobiliare, una delle principali criticità evidenziate dalla survey riguarda l’innalzamento dei prezzi delle abitazioni per i residenti e l’“aggressione edilizia” del territorio. L’analisi della serie storica relativa ai valori massimi di vendita €/mq mostra tuttavia un incremento del prezzo €/mq delle abitazioni (2014−2020) nelle Langhe, nel Barbaresco e a Grinzane Cavour, mentre le altre zone del Sito hanno subito invece un calo significativo. Sicuramente si può osservare un mercato in crescita con un aumento delle compravendite del 93% per le zone core e dell’82% per le zone buffer tra 2014 e 2022. L’area in cui il numero delle vendite è aumentato maggiormente è il Monferrato. I rispondenti della survey hanno notato in particolare un aumento della domanda internazionale nei territori del Sito.

Impatto turistico
Passando al turismo, tutte le sei zone del Sito hanno registrato una crescita su arrivi e presenze, in linea con quanto registrato a livello regionale. Alla dinamica hanno contribuito sia la componente italiana sia quella estera. Infatti, il 92% dei rispondenti alla survey dichiara di aver notato un incremento di visite internazionali post nomina Unesco. Tali dati sono confermati dalle serie storiche di arrivi e presenze. Tuttavia, come emerge dai grafici, la presenza di turisti esteri varia molto da zona a zona.

La crescita maggiore, in termini percentuali, di arrivi e presenze estere, si registra nelle zone di Nizza Monferrato e Barbera e Canelli e l’Asti Spumante. In termini di flussi, i valori più elevati si registrano nella zona della Langa, i meno significativi nella zona del Monferrato degli Infernot.

Interessante osservare che i gusti sulle zone dove soggiornare sono diametralmente opposti tra italiani e stranieri: gli italiani preferiscono le zone buffer mentre gli stranieri le zone core, le più conosciute a livello turistico ed internazionale.

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Il 71% dei rispondenti alla survey (categoria stakeholder turismo) ha affermato che l’offerta turistica è aumentata in maniera significativa. Dato confermato dalle serie storiche che evidenziano però che è soprattutto il settore extra-alberghiero ad essere in forte espansione (+93% l’offerta di camere in zona Nizza Monferrato e il Barbera, +50% nel Barbaresco, +43% Canelli e l’Asti Spumante, +34% Monferrato degli Infernot e +24% la Langa del Barolo). Una crescita che si contrappone ad un calo della ricettività tradizionale soprattutto per Colline del Barbaresco (camere -23%) e Nizza il Monferrato e il Barbera (- 52%). Degni di nota i dati sulle locazioni turistiche, in crescita vertiginosa in tutte le zone.

Impatto comunicazionale
Lo studio dell’impatto comunicazionale ha evidenziato una crescita significativa della visibilità mediatica dei territori delle Langhe-Roero e Monferrato sia a livello nazionale che internazionale. Sempre più articoli citano i “Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte” come di un “Sito Patrimonio Mondiale”, sottolineandone soprattutto le attrattive e le potenzialità turistiche. In particolare, la ricerca ha censito 330 articoli pubblicati all’estero in 16 lingue e 45 paesi, spesso da testate di grande rilievo internazionale (es.The New York Times, The Wall Street Journal, Le Figaro, Forbes, Die Welt, El Mundo, ecc), i quali descrivono i territori del Sito prevalentemente come meta di viaggi e di raffinate esperienze gastronomiche.

Alla luce di quanto sopra riportato, Giovanna Quaglia, Presidente dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli, ha sottolineato quanto segue: “Se è innegabile l’aumento della visibilità del Sito a livello nazionale e internazionale, con conseguenti benefici per l’industria turistica e lo sviluppo dell’economia locale, è anche importante prendere atto che a trainare questi risultati sono specifiche zone e comuni di eccellenza. Per questo diventa sempre più cruciale il ruolo della nostra Associazione, al fine di sviluppare strategie capaci di valutare benefici e criticità delle diverse identità territoriali al fine di attuare politiche di disseminazione in grado di aumentare tra i residenti stessi la consapevolezza del valore del brand Unesco, senza mai perdere di vista la fragilità del nostro territorio, la cura e la tutela delle nostre radici, delle nostre tradizioni, delle culture che ci hanno valso, nel 2014, l’elezione a sito Unesco. Questa ricerca- conclude Quaglia – a 10 anni dal riconoscimento, è per noi fondamentale per individuare le nuove sfide: sostenibilità, tutela del paesaggio e prospettive di crescita per la comunità”.

“L’iscrizione dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte nella World Heritage List UNESCO – le fa eco Bruno Bertero, Direttore della stessa Associazione – ha messo in evidenza l’unicità di un paesaggio culturale in cui l’uomo e le sue attività sono poste al centro. Il nostro è un paesaggio a tutti gli effetti “vivente”, testimone del rapporto positivo tra uomo e natura che ha consentito nei secoli la costituzione di un’identità socioeconomica molto forte. L’attività umana legata alla viticoltura, alla gastronomia, fatta di tradizioni e antichi saperi tramandati nel tempo, è la vera autenticità di Langhe-Roero e Monferrato. Uno straordinario valore universale garantito dalle persone che abitano questi luoghi, le quali devono essere poste al centro delle attività di tutela in qualità di attori attivi e consapevoli. Preservare un territorio richiede grande sforzo, analizzare i dati, come si è deciso di fare con quest’importante lavoro di ricerca, diventa dunque fondamentale per identificare le corrette strategie di gestione per il prossimo futuro”.

Le parole di Bruno Bertero vengono sottolineate da Alessandra Priante, Presidente Enit che conferma: “La market intelligence rappresenta uno dei grossi pilastri di azione di ENIT: la ricerca e l’analisi dei dati è uno strumento fondamentale per la pianificazione, promozione e lo sviluppo strategico del turismo. Nel caso dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, la valutazione degli impatti socioeconomici di un riconoscimento così importante come quello UNESCO diventa uno strumento cruciale per la gestione consapevole e sostenibile del territorio. Sono convinta che questa destinazione sia un ottimo esempio di gestione intelligente dei flussi durante tutto l’anno, potendo diventare un vero e proprio laboratorio internazionale di eccellenza nel turismo.”

A chiudere, Guido Guerzoni, coordinatore dell’intera ricerca nonché fondatore di formules sottolinea: “Questo studio, commissionato dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli nel contesto della redazione del nuovo piano di gestione del sito UNESCO, è il primo condotto in Italia sulle legacies di lungo periodo di un sito iscritto nella World Heritage List, estese ai molteplici ambiti – dalle ricadute immobiliari a quelli fondiari – lo rendono uno strumento di misurazione innovativo e versatile, che potrà tornare utile nella “cassetta degli attrezzi” dei policy makers nazionali ed esteri”.





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