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Cea: Veronica Spano e il suo brand di maglieria sostenibile #finsubito prestito immediato


Cea: Veronica Spano e il suo brand di maglieria sostenibile

Veronica Spano, quest’anno, ha dato vita a Cea, un brand di maglieria sostenibile Made in Italy che punta su qualità e responsabilità sociale. Le sue collezioni presentano capi aderenti, vivaci e stilosi, pensati per chi cerca un’alternativa etica e a km 0. Ha costruito il suo percorso passo dopo passo nel corso degli anni, anche se inizialmente, non sapeva che quella strada l’avrebbe condotta verso la moda sostenibile.

L’Infanzia di Veronica tra Puglia e Sardegna

Il suo amore per la moda sostenibile è iniziato, senza che lei se ne rendesse conto, durante l’infanzia trascorsa in due terre a lei care: la Puglia e la Sardegna.

La mia infanzia è stata il motore principale del percorso che ho intrapreso negli ultimi dieci anni. Un’infanzia trascorsa nella natura di due bellissime terre, la Puglia e la Sardegna – racconta Veronica – Ho guardato i miei nonni cucire e azionare la vecchia macchina, tracciando punti colorati sopra un velluto a coste verde bottiglia.

Solo ora mi accorgo che, aver trascorso tutte le estati a camminare nella macchia sarda, ha scolpito il mio senso del gusto, del tatto, dell’estetica e del rispetto verso l’acqua, il mare e la terra. Solo adesso capisco che ciò che la Sardegna e la Puglia mi hanno donato nella mia infanzia è la combinazione della natura selvaggia con il mio immaginario creativo e riflessivo interiore. Ora ho capito che il benessere e la ricchezza che ho vissuto e percepito attorno a me allora, sono le fondamenta di tutto quello che, ad oggi, creo per me stessa e per gli altri.”

 

Il Viaggio verso Cea

La passione di Veronica Spano è emersa durante il suo percorso accademico e professionale. Inizialmente, il suo interesse si concentrava sulla pubblicità e sul greenwashing, studiando la sociologia della moda e il modo in cui essa trasforma i corpi in cartelloni pubblicitari. Approfondendo management della moda, ha riconosciuto il valore del modello Made in Italy e il contesto socio-politico-economico del distretto industriale. Successivamente, durante un’esperienza all’estero in Danimarca, ha avuto l’opportunità di conoscere le dinamiche delle catene di produzione globali, scoprendone le criticità e la loro insostenibilità. Negli ultimi anni, come ricercatrice, ha avuto l’occasione di confrontarsi con persone che condividevano le sue stesse preoccupazioni, affinando così ulteriormente il suo pensiero.

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Sono giunta alla conclusione che avrei voluto fare la mia parte nel ridirezionare uno strumento espressivo così importante verso il benessere della comunità” afferma Veronica.

Dopo il suo percorso di studi, si è affacciata nel settore delle startup creative nel Nord Europa, dove ha compreso appieno cosa significhi avviare un’attività. “Avevo un’idea molto astratta circa il progetto di comunità sostenibile che mi sarebbe piaciuto attuare, ma era troppo grande e troppo irraggiungibile. Ancora non pensavo a un brand mio” spiega Veronica.

Però, prima della pandemia ha avuto una grande opportunità per il suo percorso “Mi sono lanciata e sono partita per Atene, inizialmente come volontaria, per lavorare con una cooperativa che produceva moda sostenibile per designers europei, integrando materiali sostenibili, manifattura a chilometri zero e l’inserimento lavorativo di donne vittime di tratta e rifugiati. In circa un anno di lavoro sono passata da semplice volontaria e Product Manager e direttrice commerciale. Portavo a compimento le collezioni o i singoli prodotti che ci venivano affidati da piccoli designers sostenibili, di tutto il mondo. È qui che ho capito che, se riuscivo a farlo per conto di altri, avrei potuto presto iniziare qualcosa di mio per portare la mia creatività e la mia filosofia alle persone, tramite l’abbigliamento.” 

Cea: Moda sostenibile e responsabile

La produzione di Cea è interamente locale, situata in Veneto, e si sviluppa all’interno di un raggio di 30 km tra Castelfranco e Treviso, garantendo così un impatto ambientale minimo per capo e sostenendo attivamente l’imprenditoria femminile.

Potrebbe sembrare banale e semplicistico ma, la mia catena produttiva e il basso impatto della stessa, io lo misuro principalmente nei miei spostamenti e nell’energia che mi richiede portare a termine il processo produttivo. Tutto è a mia misura, quindi a misura di una giovane donna che vive e lavora nella sua regione e che vuole avere immediata trasparenza, controllo e coscienza del proprio impatto.

Io stessa non riuscirei a gestire il brand se la mia catena di produzione fosse a più di 45 min di macchina da casa mia (Padova). Sono contenta di supportare soprattutto l’imprenditoria femminile, avendo scelto come produttrici quattro sorelle giovanissime che producono maglieria per l’alta moda a Castelfranco, insieme a un’azienda storica di maglieria di Treviso.

Veronica che etichetta i capi Cea a macchina

Le etichette si trovano a venti minuti di macchina più su di Castelfranco, prodotte da mamma e figlia in tela di cotone con stampa serigrafica

Veronica, che è anche una ricercatrice universitaria non convenzionale dal 2020, ha avuto l’opportunità di approfondire la ricerca della miglior materia prima, sia dal punto di vista teorico, supportata da dati concreti, sia dal lato pratico, interagendo direttamente con aziende locali, commercianti e innovatori nel settore tessile. Grazie a queste esperienze, Veronica ha sviluppato una tabella dei materiali, ordinandoli dalla più sostenibile alla meno sostenibile e dalla più fattibile alla meno fattibile.

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Le fibre che compro sono riciclate, come il cotone per la collezione estiva (che viene però lavorato in Spagna), oppure organiche e quindi provenienti da un’agricoltura biologica.  

Nessuna fibra è sintetica e tutti i filati utilizzati sono 100% mono composizione, perché con la tecnologia di oggi sarebbe impossibile altrimenti riciclarli a fine vita, come il nostro 100% lana (lavorata in Italia e della massima qualità ma proveniente dall’Australia) con la certificazione RWS (Responsabile Wool Standard) per essere un pò più sicuri della tutela del benessere animale.

Secondo la mia scala di priorità, avrei dovuto optare per la lana riciclata. Tuttavia, alcuni dei filati riciclati presentano quantitativi minimi di ordine che non sono ancora accessibili per un piccolo brand come il mio. Per questo motivo, mentre cercavo un’alternativa, ho scoperto quella che considero la massima scelta sostenibile, forse anche superiore alla lana riciclata. Sono riuscita a trovare un approvvigionamento di un 100% lana di cui sono particolarmente fiera: una lana autoctona italiana proveniente dalla mia regione, il Veneto, e più precisamente dalla provincia di Belluno.

Cea: Veronica Spano e il suo brand di maglieria sostenibile
Collezione estiva 2024 “Linfa”

La lana utilizzata per questo inverno è una lana di Alpago, che io ho avuto modo di seguire dalla tosatura della pecora a luglio grazie al Consorzio della Pecora Alpagota per la valorizzazione dell’Alpago e della sua biodiversità ed ecosistema, recandomi di persona a testimoniare il processo, fino alla ritorcitura che si svolge in un’azienda storica in provincia di Treviso che conosco personalmente. Quando arrivano le rocche, mi sembra di trovarmi di nuovo in malga, in mezzo ai pastori e ai tosatori, di cui ormai so anche il nome” continua a raccontare Veronica.

A breve verrà lanciata la nuova collezione invernale di Cea, che includerà capi realizzati interamente con filato di recupero.

Nelle prossime uscite invernali – spiega Veronica – avrete modo di acquistare una collezione interamente realizzata con filato di recupero, ovvero con un filo super colorato che, seppur sintetico, giace inutilizzato nei magazzini dei maglifici e quindi se non utilizzato andrebbe buttato, finendo incenerito o nelle grandi discariche a cielo aperto del Cile o del Ghana che vediamo nei documentari. Non appena avrò la possibilità di investimento, intendo sperimentare la canapa che ed oggi, e a mio parere, è il filato più sostenibile presente al mondo, oltre che con le viscose di ultimissima generazione, tenendo sempre un occhio aperto verso il mondo dei funghi e degli scarti vegetali!”

La missione di Cea

La missione di Cea è duplice. Da un lato, l’azienda si propone di svelare il vero processo produttivo della moda Made in Italy, dimostrando che può avvenire a pochi passi da noi. Cea rappresenta una realtà vibrante, composta da giovani donne intraprendenti, caratterizzata da creatività, impegno e una costante attenzione al benessere dei clienti e dei lavoratori.

Cea: Veronica Spano e il suo brand di maglieria sostenibile
Collezione invernale 23/24 Brave, uscita l’8 marzo 2024

Inoltre, Veronica tiene sempre a mente un principio fondamentale: Cea deve essere l’azienda in cui lei stessa e le sue amiche avrebbero desiderato lavorare. Un luogo che evoca pace, benessere e felicità per tutti coloro che ne fanno parte. Se non avesse avuto questo sogno, probabilmente sarebbe tornata all’estero. Desidera diventare quell’azienda che dimostra che in Italia c’è ancora speranza di fare le cose nel modo giusto e con un’etica solida.

Dall’altra parte, Cea si impegna a offrire alle cittadine e ai cittadini una valida alternativa alla fast fashion, sia in termini di stile che di freschezza.

La moda sostenibile odierna sembra che si sia dimenticata di essere moda, ovvero di essere un oggetto semantico particolarmente emotivo a cui è legata la nostra espressività e identità di essere umani. Gusto, colori, forme e modelli sono strumenti espressivi che a mio parere fanno parte della sostenibilità e universalità di messaggio di un capo che si possa definire tale.”

I Successi di Cea e la visione di Veronica per un Made in Italy etico

Veronica è estremamente orgogliosa e grata per i successi raggiunti “Il mio progetto sta attirando delle persone magnifiche, vere, genuine e che non provano invidia o senso di competizione, con le quali mi sento di creare, condividere, scambiare idee e approfondire visioni. 

Cea: Veronica Spano e il suo brand di maglieria sostenibile
Veronica e le sue fornitrici di Castelfranco

Sono orgogliosa del fatto che i mei fornitori, all’inizio forse un pò scettici, ora mi riconoscono come una persona che è riuscita ad applicare la sua volontà e la sua visione nel concreto e che siano eccitati quanto me mentre sviluppiamo un nuovo prodotto e che abbiamo voglia e piacere di continuare a lavorare insieme, perché senza di loro Cea non potrebbe continuare. 

Sono orgogliosa del fatto che ormai chiamo tutti e tutte Cea e Cei e che tutti mi chiamino Cea, così … senza pensarci!

Sono rimasta stupita e orgogliosa di me quando un signore mi ha riconosciuto per strada a Padova e mi ha detto che mi seguiva e apprezzava il mio lavoro.

Rimango sempre esterrefatta quando le clienti che hanno già acquistato da me tornano per acquistare lo stesso capo, fare un regalo o parlano di me alla mamma, alla sorella e alle amiche.  Della maggior parte di queste cose ancora non posso crederci.”

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Però, Veronica osserva che, purtroppo, il contesto legislativo e aziendale attuale è ancora caratterizzato da molta confusione in termini di sostenibilità e da pratiche di greenwashing diffuse. Secondo lei, è necessario trovare alternative a un modello economico che pone i profitti al di sopra degli obiettivi di sostenibilità, trattando questi elementi come separati quando invece sono strettamente connessi. “Molte startup sostenibili sono fallite in Italia proprio per questo motivo – spiega – perché gli investitori e i decisori continuano a fare business con una mentalità da anni ’60“. Eppure, Veronica vede una strada per superare queste difficoltà: ritiene che il futuro risieda nel promuovere processi produttivi sempre più locali e nel trasmettere il know-how alle nuove generazioni, supportandole sia economicamente sia emotivamente. “Credo che i business debbano nascere con una visione circolare del valore: se questo valore si crea nel territorio, come avviene per il Made in Italy, deve poi tornare al territorio stesso, arricchendolo in diverse forme e misure“.

Collezione invernale 24/25 “Risveglio”

Veronica è una giovane donna e imprenditrice che, con la sua forza ed entusiasmo, ha dato vita ad un grande progetto e ci ha guidato alla sua scoperta. Il suo impegno verso la trasparenza, la qualità e la comunità riflette la sua determinazione nel promuovere un futuro in cui l’etica e l’estetica della moda possano convivere e prosperare.

Il 9 novembre è attesa l’uscita della nuova collezione invernale 24/25, intitolata “Risveglio”, disponibile in 5 colori, 100% lana autoctona italiana, senza chimica e senza tintura.

Per rimanere aggiornati sulle novità e scoprire la nuova collezione clicca qui

Sito web www.cea-capsule.com

 

Giulia Mascia





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