“Ghinelli ha deciso di realizzare la caserma della Polizia Municipale in una palazzina di via Fabio Filzi, una trasversa che collega via Masaccio a via Vittorio Veneto.
Una strada a senso unico, larga sette metri, senza marciapiedi, con la sosta su un lato. Un budello lungo e stretto che, se davvero i vigili dovessero uscire con urgenza, rimarrebbero impantanati una volta su due. Il sindaco dice: ‘gli faccio un’uscita sul retro prendendo un po’ di spazio alla scuola ‘IV Novembre”. A parte il fatto che anche in via Rismondo la strada è stretta, a senso unico e spesso con il traffico bloccato, ma come si fa a rubare spazio ad una scuola già soffocata? Oltretutto con le esigenze che avremo per il COVID?
Ma questo è il meno. Una caserma in via Fabio Filzi significa che ogni giorno 30 o 40 auto private dei vigili che vengono al lavoro dovranno occupare i parcheggi della zona. Parcheggi che già non ci sono e fanno impazzire i residenti e i pendolari che vanno a prendere il treno. Intorno alla palazzina di spazio ce n’è poco e speriamo che basti per le auto, i furgoni e le moto di servizio. Ma perché Ghinelli ha fatto questa scelta? E perché l’ha sostenuta nonostante i malumori espliciti o sussurrati anche dei componenti della sua maggioranza (che non sono tonti, ma sono obbedienti) e soprattutto della stragrande maggioranza dei vigili urbani? Scelta non fu mai tanto infelice, specie avendo anche tante alternative.
Questa palazzina è stata per decenni un asilo gestito dalle suore. È una palazzina di proprietà della Curia vescovile che dalla vendita dovrebbe recuperare circa 800mila euro. Una struttura che ha bisogno di enormi lavori di ristrutturazione, ad iniziare dagli interventi per metterla al sicuro da eventi sismici. Il sindaco Ghinelli ha individuato tramite appalto un’impresa privata che esegue i lavori e si mette in tasca in trent’anni 6 milioni di euro, cioè 200mila euro all’anno. Un debito che si porteranno dietro i prossimi cinque o sei sindaci della città.
‘Mi meraviglio che un ingegnere come Ghinelli’, sottolinea Ivo Brocchi, giornalista e candidato di CuriAmo Arezzo, ‘non si renda conto dell’inadeguatezza e dell’esagerazione di questa operazione. Ghinelli a un certo punto, mentre c’erano dei problemi di microcriminalità vicino al palazzo Standa e in via Piave, ha sentenziato: ‘Riporterò la caserma dei vigili in città, la sola loro presenza sarà un deterrente per la criminalità’.
Ma il nostro caro sindaco è mai stato alla caserma della Polizia Municipale in questi anni per più di 10 minuti? Non solo ora che è in via Setteponti, in una sede di proprietà comunale (o Atam che è la stessa cosa) e non costa niente (solo una partita di giro per ragioni fiscali)? Oppure prima quando era in via Guelfa o ancor prima in via Trasimeno?
Il mondo dei vigili mi par di capire che non lo conosca proprio. Funziona così: la mattina montano in servizio tra le 6 e le 8. Prendono le disposizioni e le pattuglie vanno a svolgere le loro funzioni per la città. In caserma rimangono quelli che fanno sostanzialmente gli impiegati in divisa: personale che non può certo uscire a fare ordine pubblico. Ma nemmeno le multe sotto la caserma. Vada in via Guelfa, la sede per molti anni era in affitto (anche lì una botta da 150.000 euro all’anno ed è per questo che fu spostata in un locale dove l’affitto è sostanzialmente zero) sopra l’attuale discount Penny. Vada e domandi a tutti gli abitanti cosa accadeva. Posti auto sempre occupati, e se c’era sotto uno ubriaco, uno che faceva i bisogni al muro, due che litigavano, spacciatori che in pieno giorno agivano senza alcuna remora, al massimo i vigili urbani si affacciavano come tutti gli abitanti della zona, non potevano abbandonare il centralino o gli uffici, chiamavano via radio una pattuglia che doveva rientrare magari da chilometri di distanza o meglio ancora chiamavano i carabinieri. La presenza fisica di una caserma della Polizia Municipale non garantisce assolutamente un bel niente per la questione sicurezza e decoro. Ma niente di niente. E aumenta le difficoltà di residenti e pendolari.
‘Sindaco, la caserma lasciala dov’è e spendi meglio quei sei milioni di euro. Se lo stabile della Curia è stato già comprato’, suggerisce ancora Brocchi, ‘prova a darlo alle case popolari che ci facciano appartamenti per chi non ha casa o a qualcuno che ci realizzi una Rsa, o alle associazioni di volontariato che rivitalizzerebbero il quartiere. Torna indietro su questa sciagurata soluzione’. La caserma dovrebbe restare in via Setteponti. Ma se la vuol riavvicinare alla città per motivi a noi ignoti la realizzi nell’area comunale di via Tagliamento dove ha edifici vuoti e inutilizzati di proprietà comunale. O meglio ancora, la faccia nei locali del parcheggio Baldaccio, invece di metterci una Casa della Salute.
‘Vedi sindaco’, conclude Brocchi rivolgendosi direttamente a lui, ‘la Casa della Salute serve, ma non lì. Forse non lo sai, ma ce n’è una a poche centinaia di metri, in via Guadagnoli. Voglio vedere gli anziani andare al Baldaccio dal dottore e parcheggiare la sotto con quell’infelice ingresso! Per i vigili è diverso. Loro le auto le possono mettere sotto e per gli utenti, che sono pochi ad ogni ora, bastano 5 parcheggi all’esterno da 20 minuti ciascuno. La Casa della Salute falla in un quartiere periferico e popoloso: ti suggerisco l’Orciolaia, o la Sella, o nella direttrice dei 5 paesi grossi della Valdichiana: Olmo, il Matto, Sant’Andrea, Policiano, Rigutino. Caro sindaco, questa caserma in via Fabio Filzi, se chiedi in giro, non piace a nessuno, credimi. Prova”.
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