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Il presidente di Agrifidi Uno Gabriele Cristofori spiega il lavoro dei consorzi fidi per far ottenere prestiti al settore primario a condizioni migliori rispetto a quelle di mercato, ma anche denaro a fondo perduto

Oltre cinquemila aziende associate, quasi 1.200 finanziamenti attivati nel 2020 per un importo di poco inferiore ai 70 milioni di euro e una percentuale di insolvenze che non arriva a un decimo di punto (0,09%). Sono i numeri più importanti di Agrifidi Uno, nato qualche anno fa dalla fusione di tre confidi attivi in Emilia-Romagna. Una realtà che supporta gli imprenditori agricoli facilitando l’accesso al credito. Il presidente Gabriele Cristofori spiega nel dettaglio come funziona.

Cos’è un agrifidi e qual è la più grande differenza rispetto a una banca?

«Gli agrifidi sono consorzi fidi classificati da Banca d’Italia come intermediari finanziari. Svolgono la loro attività solo in favore dei soci: imprese agricole piccole e medie, oppure di dimensioni maggiori, ma entro i limiti stabiliti dall’Ue per poter beneficiare degli interventi agevolati della Banca europea per gli investimenti Bei. La differenza principale rispetto a una banca è che gli agrifidi non prestano denaro, ma forniscono agli istituti di credito garanzie in favore delle aziende agricole che accendono un mutuo».

Le garanzie che chiedete sono le stesse pretese dalle banche o siete più “morbidi”?

«Gli agrifidi non chiedono garanzie alle aziende associate, bensì le forniscono alle banche. Le nostre garanzie sono private e derivano da un patrimonio accumulato nel corso degli anni anche grazie ai contributi ricevuti da enti pubblici. Le garanzie che gli agrifidi forniscono alle banche servono alle aziende per ottenere condizioni migliori, in termini di tassi di interesse, di minori spese d’istruttoria e costi per l’apertura di un mutuo. Questo grazie alle convenzioni che gli agrifidi stipulano con gli istituti di credito, oltre a quelle fornite dal singolo agrifidi. Ad esempio, le garanzie offerte da Agrifidi Uno vanno da un minimo del 20% dell’importo erogato per un prestito a breve termine, fino a un massimo dell’80% per un investimento a medio e lungo termine. Agrifidi Uno può usufruire della contro garanzia dello Stato attraverso Medio credito centrale, dal momento che grazie ai suoi requisiti, dal 2019 è riconosciuto dal Ministero come Soggetto garante autorizzato. Ma le nostre garanzie non servono solo alle aziende agricole associate ma anche alle banche, perché grazie a essa possono accantonare cifre minori quando erogano prestiti alle aziende. Inoltre, in caso di insolvenza del debitore, la nostra garanzia è facilmente escutibile dalle banche».

Quali sono i principali vantaggi per un’azienda agricola che si rivolge a voi per ottenere un finanziamento e quali i limiti rispetto alle banche?

«Sicuramente poter ricevere contributi a fondo perduto, grazie anche ai soldi che alcuni enti pubblici assegnano agli agrifidi e che questi girano direttamente alle aziende che accendono prestiti e mutui. Ad esempio, Agrifidi Uno riceve ogni anno un contributo dalla Regione Emilia-Romagna. E nel corso del 2020 oltre alla Regione, tramite Unioncamere ci hanno supportato anche tutte le Camere di Commercio regionali che hanno stanziato fondi da assegnare alle aziende danneggiate dalla pandemia o dalle calamità, che attivavano prestiti al fine di ripristinare il bisogno di liquidità. Grazie al questi interventi e alla nostra garanzia le imprese del settore primario hanno potuto attivare prestiti di durata fino a 60 mesi a costi davvero prossimi allo zero».

Può farci un esempio di finanziamento a medio termine concesso da Agrifidi Uno?

«Prestito di liquidità a 36 mesi per un importo di 50mila euro, che porta un nostro associato a beneficiare, in base alla convenzione con l’istituto di credito e alla nostra garanzia del 30% dell’importo erogato, di un tasso scontato dello 0,50% rispetto a quello di mercato. In più, grazie alla Regione, potrà avere per ogni anno di durata del finanziamento, un contributo a fondo perduto di 736 euro che di fatto copre i costi necessari all’istruttoria della pratica, quindi l’azienda otterrà 50mila euro per 36 mesi a tasso praticamente zero».

Per usufruire dei vostri servizi le aziende agricole devono associarsi. Può dirci quanto costa la quota annuale e che vantaggi offre oltre a facilitare l’accesso al credito?

«La quota associativa di Agrifidi Uno è di 250 euro, si paga una volta sola, all’atto di adesione e permette di usufruire di tutti i vantaggi di cui abbiamo appena parlato. Un’azienda socia può attivare un prestito tutti gli anni con la nostra garanzia e non le verrà più chiesto di sottoscrivere altre quote di capitale sociale, cosa che accade in altri confidi».

Se un’azienda agricola non rispetta le scadenze di pagamento delle rate che succede?

«Quando un’azienda non rispetta la scadenza delle rate ci viene segnalata dalla banca che ha erogato il prestito, e viene classificata “a sofferenza”. L’azienda viene tenuta da noi costantemente monitorata e in accordo con la banca che ha erogato il mutuo, si può pensare a un piano per allungare, sospendere o ridiscutere le rate. Se la situazione non si normalizza e l’azienda non riesce a rientrare, la banca procede chiedendoci il pagamento di quanto da noi garantito, all’atto di erogazione del prestito, sulla base di quanto resta da pagare. Ad esempio, su un muto da 100mila euro garantito al 40%, del quale sono stati rimborsati dall’azienda 40mila euro, sui restanti 60mila noi paghiamo alla banca 24mila euro».

Che effetti ha avuto la pandemia? Le aziende agricole chiedono più o meno prestiti? Sono aumentate le insolvenze?

«La pandemia si è fatta sentire, ma Agrifidi Uno è riuscito ad assorbire i colpi senza grossi traumi. Anzi, lo stimolo a fare sempre meglio, ci ha portato a valutare nuove opzioni in merito alla nostra operatività. Il risultato positivo di gestione lo si è ottenuto non grazie, ma nonostante il Covid-19. Questa sottolineatura è molto importante, perché, mentre il resto del Paese subiva un arresto forzato di tutti i settori economici, il presidente del Consiglio rassicurava dicendo che “l’agricoltura sarebbe andata avanti perché i fabbisogni primari sarebbero comunque stati soddisfatti”, e, a parte i viticoltori che vinificano in proprio e gli agriturismi, che hanno visto bloccati tutti i loro sbocchi commerciali, oltre il 90% degli imprenditori agricoli ha continuato a lavorare e produrre. Il danno per le aziende agricole della nostra Regione è stato soprattutto causato dalle gelate tardive di primavera. Nella seconda parte del 2020, grazie all’intervento della Regione Emilia-Romagna e di Unioncamere, che con bando hanno veicolato risorse da destinare alle aziende agricole colpite da questa calamità, attraverso prestiti di liquidità garantiti dai confidi, siamo stati in grado di dare un importante aiuto alle aziende colpite. Questo nuovo bando regionale, grazie all’elevato tasso di contributo in abbattimento tassi, ha permesso l’accesso alle aziende agricole per ottenere liquidità, con la nostra garanzia, a un costo prossimo allo zero».

Novità in arrivo? Nuovi prodotti?

«Puntiamo molto a sviluppare di concerto con la Regione Emilia-Romagna, il prestito di liquidità a medio periodo, per sollevare le aziende dall’indebitamento nel breve periodo e spalmare le scadenze. Continueremo sempre, come ora, a garantire prestiti di liquidità a breve e medio periodo, per investimenti, per acquisto terreno e per miglioramenti aziendali».

Negli ultimi due anni sono state introdotte nuove regole. Cosa ne pensa?

«Il contesto creditizio relativo al settore primario, dentro al quale si muove l’operatività degli Agrifidi, nel 2020 ha subito profonde modificazioni determinate dalla entrata in vigore dell’Organismo di Controllo dei Confidi Minori (Ocm), e dall’obbligatorietà di iscrizione prevista dal Tub a tale Organismo per potere continuare ad operare. La procedura d’iscrizione si è conclusa il 10 novembre 2020 e ha portato molti Confidi minori ad accorparsi, fondersi o, nella peggiore delle eventualità, a chiudere. Dal 10 febbraio 2021 quindi, gli unici Confidi minori autorizzati a operare ai sensi dell’art. 112 del Tub, sono quelli iscritti nell’Albo dell’Organismo di controllo. A conclusione dell’iter risultano iscritti 178 confidi minori, a fronte dei 262 di fine 2019. Analizzando questi 178 confidi salta all’occhio che solo otto hanno nella loro ragione sociale una vocazione agricola, e sono quindi in possesso di quella capacità di valutare le aziende agricole per deliberare le garanzie. Numeri questi che devono portare a delle riflessioni su quello che potrà essere il ruolo futuro di Agrifidi Uno non solo nel contesto regionale ma anche nazionale».



 

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