Chi paga l’avvocato del patronato? Spetta al cliente o allo Stato? Ne parliamo in questo approfondimento.
Chi paga l’avvocato del patronato? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Cosa sono i patronati?
I patronati nascono come enti territoriali di supporto sovvenzionati dallo Stato. Con il passare degli anni, le sovvenzioni pubbliche sono venute meno e i patronati si sono trovati costretti a chiedere un compenso economico in cambio dei servizi resi.
Generalmente l’assistenza assicurata da patronati (e Caf) è gratuita. Lo Stato rimborsa l’ente per le attività svolte, attraverso il sistema di punti pratica, erogando una somma di denaro, compresa tra i 35 e i 175 euro, per ogni pratica elaborata.
Tuttavia, alcune prestazioni vengono elargite a pagamento.
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Quando chiedere l’aiuto di un avvocato?
Spesso, però, l’assistenza di un patronato non basta per affrontare questioni più spinose, come ad esempio il mancato riconoscimento della pensione di invalidità o dell’accompagnamento, da parte dell’INPS oppure la causa intentata nei confronti del datore di lavoro che non ha versato i contributi.
In questi casi è necessario intraprendere una procedura giudiziaria e potrebbe servire l’aiuto di un legale. Ma si paga? E chi deve affrontare l’eventuale costo?
Chi paga l’avvocato del patronato?
Sì, l’avvocato del patronato va pagato, in quanto si tratta di un libero professionista che percepisce il suo onorario come qualsiasi altro lavoratore autonomo.
Il legale presenterà un preventivo scritto per le spese da affrontare e per il suo compenso, che verrà sottoposto al cliente nel momento in cui l’avvocato assume l’incarico.
Altre volte, invece, è lo stesso patronato a stabilire un tariffario da proporre ai clienti, con i prezzi concordati comunque con l’avvocato.
Può anche accadere che il legale assuma l’incarico gratuitamente, percependo un compenso dal cliente soltanto se la controversia va a buon fine.
L’avvocato del patronato si paga anche se viene liquidato dal giudice?
E se il giudice competente ha liquidato l’onorario dell’avvocato nel provvedimento assunto (sentenza, ordinanza, decreto ecc.), il professionista va comunque pagato?
Sì, anche in questo caso il cliente dovrà elargire al suo legale difensore il compenso pattuito in origine, se gli accordi prevedevano un compenso superiore a quanto liquidato in sentenza.
Prendiamo come esempio un avvocato che aveva concordato con il suo cliente il pagamento di una parcella da 3.000 euro e viene liquidato dal giudice con 1.500 euro. I restanti 1.500 euro sono a carico del cliente.
Faq su chi paga l’avvocato contro l’INPS
Chi ha diritto all’avvocato gratuito?
Per ottenere l’assistenza legale a carico dello Stato, è necessario che il reddito annuo imponibile del richiedente, come indicato nell’ultima dichiarazione dei redditi, non ecceda i 11.746,68 euro.
Si paga l’avvocato in caso di ricorso contro il mancato riconoscimento dell’accompagnamento?
Sì, nel momento in cui decidi di presentare ricorso, dovrai anticipare delle spese. L’avvocato, in questi casi, si paga alla fine della causa (a meno che non ti chieda degli anticipi), perché in caso di vittoria, parte del suo compenso lo decide il giudice, e lui lo andrà a scalare dal totale (tra poco ti diremo quale potrebbe essere la cifra totale da pagare alla fine).
Quanto prende un avvocato in caso di ricorso contro il mancato riconoscimento dell’accompagnamento?
Il compenso dell’avvocato, relativo all’assistenza e rappresentanza in giudizio di una vertenza contro l’INPS per impugnare un atto di rigetto dell’indennità di accompagnamento è determinato per legge dall’articolo 13, comma 2, del codice di procedura civile. L’onorario dell’avvocato deve essere determinato cumulando fino a un massimo di dieci, le annualità domandate.
Chi paga l’avvocato in caso di causa all’INPS contro il mancato riconoscimento dell’invalidità?
È sempre il cliente a dover versare allo Stato il contributo unificato necessario all’avvio del processo, pagando al tuo avvocato la parcella per l’avvio della pratica e, se sono presenti anche dei consulenti tecnici necessari al giudice per decidere, anche la loro parcella. Tuttavia, potrebbe trattarsi di un “anticipo” in quanto, alla fine del processo, il giudice potrebbe emettere sentenza addebitando tutte le spese processuali alla parte che soccombe in giudizio.
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