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Spiati i conti di 34 politici e dei vertici di Intesa Sanpaolo. La banca nomina come chief security officer un generale dei carabinieri #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –




Ultim’ora news 13 ottobre ore 8


Il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina chiama un generale dei Carabinieri per gestire la cybersicurezza della banca dopo la vicenda degli accessi illegali ai conti correnti della clientela che vede come protagonista il funzionario licenziato, Vincenzo Coviello.

Messina proporrà al cda della banca, previsto per la prossima settimana, la nomina del Generale del Corpo d’Armata dei Carabinieri Antonio De Vita nel ruolo di Chief Security Officer di gruppo, nuova area a riporto del Consigliere Delegato con la responsabilità per la Cyber Security e la Sicurezza. Lo si apprende da fonti del gruppo bancario. Il generale De Vita ha ricoperto, prima di raggiungere nel mese di luglio il pensionamento, la responsabilità relativa alle regioni di Puglia, Campania, Abruzzo e Molise. Dal primo settembre è stato assunto da Carlo Messina nel suo staff come senior advisor sui temi della sicurezza e cyber

Le indagini di Bari

Per due anni l’ex dipendente della filiale Agribusiness di Bisceglie (Bari) ha effettuato quasi sette mila accessi ai conti di circa 3.500 clienti, in buona parte abusivi. Coviello avrebbe sfruttato i poteri che la banca gli aveva concesso in funzione del suo ruolo per compulsare conti intestati a imprese e famiglie. Perché lo ha fatto? Ancora non è chiaro. La pura curiosità addotta come giustificazione nel procedimento disciplinare non ha convinto la banca, e neanche gli inquirenti.

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La Procura di Bari ha avviato le indagini per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato – queste le ipotesi di reato secondo indiscrezioni di venerdì 11 dell’agenzia Ansa – dopo la denuncia di un correntista di Bitonto, al quale erano stati segnalati alcuni accessi abusivi sul conto. Gli inquirenti hanno perquisito giovedì 10 la casa dell’ex dipendente e sequestrato smartphone, tablet, hard disk e diversi dispositivi informatici. Nel frattempo Banca d’Italia ha chiesto a Intesa Sanpaolo «di fornire chiarimenti sull’accaduto e sulle iniziative che intende intraprendere al riguardo». Anche il garante della privacy starebbe monitorando con attenzione il caso. 

Durante gli accessi nessun file scaricato

Dei circa 6.600 accessi, il numero delle personalità politiche oggetto delle interrogazioni da parte del dipendente licenziato dalla banca è stato di 34. Altre 43 sono personalità note alle cronache in quanto figure del mondo dello sport, dello spettacolo e altro. A queste si aggiungono circa 70 figure interne alla banca, in particolare figure apicali e manager. In un numero elevato di casi si tratta di accessi avvenuti una sola volta e il tempo di accesso e consultazione dei conti da parte del dipendente licenziato è stato di pochi secondi/minuti e, a quanto risulta, non sono stati scaricati file.

A partire da ottobre 2023, ovvero da quando il sistema di controllo della banca ha individuato le anomalie, non sono più avvenuti accessi nei confronti di conti di personalità con rilievo pubblico. Il rimanente numero di accessi riguarda persone fisiche e giuridiche attinenti alla sfera personale, locale e professionale dell’ex dipendente. 

Antoniozzi (Fdi): bene il Garante,ora sanzioni durissime

«Ha fatto bene il Garante della privacy ad aprire un’istruttoria su Intesa Sanpaolo per la vicenda dei conti spiati e auspico una dura sanzione all’istituto bancario», dice il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi. «Nel contempo continuo ad auspicare – aggiunge il politico – che il Parlamento possa legiferare affinché ogni accesso abusivo ai dati sensibili venga sanzionato in maniera dura per tutti i funzionari pubblici e privati prevedendo il carcere per chi viola le disposizioni». 

Spiati non solo conti correnti, ma anche movimenti delle carte di credito

Coviello avrebbe spiato non solo i conti correnti di politici, ministri, magistrati sportivi e personaggi famosi, ma anche i movimenti delle carte di credito. Oltre che tra gli estratti conto bancari e quelli delle carte di credito, Coviello sarebbe riuscito anche a curiosare sui conti di altre banche. Nel mirino del bancario, oltre alla premier Meloni e sua sorella Arianna, a numerosi altri politici di maggioranza e opposizione, ex premier come Draghi, D’Alema e Renzi, sarebbe finito anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, già vittima delle attenzioni dei dossieraggi al centro dell’inchiesta di Perugia sul finanziere, Pasquale Striano.
 

Per più di due anni, tra il febbraio 2022 e l’aprile 2024, dalla filiale di Bisceglie Coviello avrebbe compiuto 6.637 accessi visionando nelle sue ore lavorative i movimenti bancari di 3.572 clienti di 679 filiali dell’istituto, sia persone famose che correntisti comuni. L’inchiesta è partita dalla denuncia di un correntista di Bitonto (compaesano di Coviello), medico e professore universitario, Antonio Moschetta cui la banca aveva segnalato una serie di accessi abusivi al conto.

Oltre alla moglie di Crosetto, Graziana Saponaro, e a personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport come Paolo Bonolis e Francesco Totti, sarebbero stati spiati conti e carte di politici come Raffaele Fitto, Nichi Vendola, Luca Zaia, Michele Emiliano e Antonio Decaro, l’ex ministro grillino Luigi Di Maio e la deputata di Forza Italia Marta Fascina, ultima compagna di Silvio Berlusconi, i figli Marina e Piersilvio, ma anche Al Bano, Zucchero e Paola Egonu. (riproduzione riservata)

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