Dal sedicesimo vertice dei BRICS, riuniti a Kazan in Russia, il club delle economie emergenti lancia ufficialmente BRICS Bridge, il sistema di pagamenti alternativo a SWIFT. Nel febbraio del 2022, come forma di sanzione imposta dall’Unione europea e da altri Paesi occidentali in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, le banche russe strategicamente più rilevanti sono state disconnesse dalla rete bancaria internazionale per il trasferimento di denaro tra istituti in tutto il mondo. Anche la CBI (Central Bank of Iran, la Banca Centrale dell’Iran) non è connessa a SWIFT, dal quale è stata esclusa a seguito delle sanzioni di Stati Uniti ed Unione europea.
Cos’è BRICS Bridge, il piano per aggirare il blocco SWIFT
Il summit di Kazan ufficializza l’ingresso dei nuovi membri (Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia ed Iran, con Arabia Saudita in attesa) e punta a rafforzare la cooperazione economica tra le nazioni del gruppo. Tra le proposte del padrone di casa Vladimir Putin spicca il progetto di un nuovo sistema di pagamenti finanziari globali che dovrebbe finalmente rappresentare una valida alternativa a SWIFT. Presentato dal presidente russo come “un potente strumento per sostenere le economie nazionali”, BRICS Bridge è un ecosistema di piattaforme digitali decentralizzate per i pagamenti transfrontalieri che si inserisce all’interno di un più ampio percorso di de-dollarizzazione.
BRICS Bridge rappresenta la soluzione dei BRICS+ alla ricerca di un’alternativa al dominio del dollaro statunitense (la principale valuta utilizzata negli scambi internazionali) e alle istituzioni nate a Bretton Woods, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. “Per massimizzare il potenziale delle nostre economie in crescita e sfruttare appieno la nuova ondata di crescita economica globale, è necessario intensificare la cooperazione in settori quali la tecnologia, l’istruzione, lo sviluppo efficiente delle risorse, il commercio e la logistica, la finanza e le assicurazioni, nonché moltiplicare gli investimenti di capitale”, ha dichiarato Putin.
Ad ispirare BRICS Bridge è la piattaforma multi-CBDC mBridge, nata in Cina per espandere l’uso dello yuan digitale e di altre valute locali nei commerci internazionali. Basato su una blockchain chiamata mBridge Ledger, mBridge è stato sviluppato da diverse banche centrali: il Digital Currency Research Institute della PBC (la Banca Popolare Cinese), l’Hong Kong Monetary Authority (HKMA), il BIS Innovation Hub Hong Kong Centre (BISIH Hong Kong Centre), la Bank of Thailand (BoT) e la Central Bank of the United Arab Emirates (CBUAE). Nel 2024 ha aderito anche la Saudi Central Bank (SAMA), la banca centrale saudita.
Come funzionerà il circuito BRICS Bridge
Il piano russo-cinese vuole favorire l’uso delle valute digitali nazionali (e il loro tasso di cambio legato al valore delle valute locali) per le transazioni commerciali internazionali. Il coordinamento è affidato alla New Development Bank (NDB), la Nuova Banca di Sviluppo guidata dalla ex presidente brasiliana Dilma Rousseff. Ad oggi cinque Paesi esportatori di petrolio fanno parte dei BRICS+: l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Iran, insieme alla Russia e al Brasile. Tra i candidati ad entrare nei BRICS ci sono altri tre grandi esportatori come il Gabon, la Nigeria e il Venezuela. Questi Paesi potrebbero cominciare a richiedere il pagamento del greggio in valuta locale, rafforzando così la loro autonomia nella finanza internazionale e riducendo la dipendenza dal dollaro e dalla rete SWIFT.
“Aumentare l’uso di valute locali negli scambi commerciali ci consente di ridurre il rischio del debito, aumentare l’indipendenza finanziaria dei Paesi membri dei BRICS e minimizzare i rischi geopolitici, liberando lo sviluppo economico dalla politica, per quanto possibile nel mondo di oggi”, ha spiegato Putin. Dal 2018 i BRICS+ rappresentano il 45% della popolazione mondiale e (a parità di potere d’acquisto) il 36,7% della sua economia, oltre un terzo della ricchezza globale. Numeri destinati a crescere entro la fine del decennio. Soltanto il commercio all’interno del gruppo raggiungerà i 500 miliardi di dollari entro la fine del 2024. Sempre dal 2018, la Nuova Banca di Sviluppo ha finanziato 96 progetti per un valore totale di 32,8 miliardi di dollari.
Nei piani del Global South, BRICS Bridge fa parte di una strategia che insieme al lancio di una valuta digitale decentralizzata, prevede un sistema di pagamenti alternativo a Visa e MasterCard e un’agenzia autonoma di rating del credito. L’agenzia di stampa russa Interfax riporta le dichiarazioni di Valentina Matvienko, presidente della camera alta del Parlamento, secondo la quale “se l’iniziativa proposta dalla Russia verrà approvata, i BRICS dovranno condurre un lavoro legislativo coordinato per mettere in circolazione una valuta digitale nazionale e utilizzarla nei regolamenti transfrontalieri”.
Con il duplice obiettivo di ridurre al più presto l’impatto delle sanzioni internazionali e garantire transazioni più rapide e convenienti, la rete dovrebbe funzionare non come una singola ma come un insieme di più piattaforme digitali, gestite direttamente dalle singole banche centrali e coordinate dalla NDB. Il funzionamento specifico è tutto da definire, ma Putin ha promesso che l’impalcatura dovrebbe essere realizzata entro un anno, con l’entrata in vigore del sistema fissata entro la fine del 2025.
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