Riflessione profonda e autocritica sulla mancata inclusione delle province del Basso Lazio nella Zes, ma anche la necessità di guardare alla logistica, ai collegamenti e alla Zls. Senza perdere di vista la politica e l’economia. Nicola Ottaviani, parlamentare della Lega (è stato eletto nel collegio maggioritario Terracina-Cassino), a tutto campo. Lo abbiamo intervistato.
Allora Ottaviani, cosa pensa degli Stati Generali?
«È sicuramente un buon punto di partenza, ma non può essere considerata come la panacea rispetto a tutte le problematiche, anche involutive, di carattere economico-finanziario, che in questo momento investono la provincia di Frosinone. L’attivazione di un tavolo di confronto tra la politica, le categorie datoriali, i lavoratori e le associazioni deve costituire un momento di sintesi per l’analisi e la fotografia attuale del nostro tessuto economico, soprattutto all’indomani della pandemia e delle nuove opportunità generate dai fondi del Pnrr. Tutti devono sentirsi coinvolti nella responsabilità della classe dirigente, in questo processo competitivo».
Perché il Basso Lazio è stato escluso dalla Zes? La Zls è un’opportunità?
«La Zona economica speciale del Mezzogiorno, purtroppo, non ha previsto l’inserimento delle province di Frosinone e Latina per un gravissimo errore di valutazione compiuto da parte di tutte le istituzioni, nessuna esclusa, nel corso degli ultimi anni. La passata Amministrazione regionale ed il Governo Draghi, durante le interlocuzioni intrattenute con Bruxelles, ed in particolare con la Commissione Europea, non hanno colto l’importanza dell’invio di dati socio-economici aggiornati ed effettivamente aderenti alle realtà territoriali. È avvenuto, così, che l’indice socio-economico della Regione Lazio risultasse di buon livello, senza considerare che tre quarti della popolazione insistono su Roma e sull’area metropolitana romana, mentre le quattro province periferiche continuano a risentire della depressione strutturale ed economica. Più in generale, però, l’intera classe dirigente del nostro territorio non è stata in grado di cogliere la rilevanza di questa operazione, che avrà riverberi per parecchi anni soprattutto in materia di credito d’imposta per nuove localizzazioni industriali e per riqualificazioni degli impianti già presenti. A questo punto la Zls, Zona logistica semplificata, diventa l’ultima opportunità utile, per costruire percorsi alternativi in materia di logistica ed infrastrutture».
Riperimetrazione del Sin, bonifica della Valle del Sacco, Stazione Tav e viabilità trasversale: quale la sua posizione?
«Dobbiamo ripartire dall’analisi delle criticità presenti sul territorio, per trasformarle in nuove opportunità. La bonifica della Valle del Sacco e delle numerose discariche presenti su tutta l’area, ivi compresa la mega discarica di via Le Lame, possono rappresentare obiettivi di riqualificazione ambientale ed ecologica da centrare e sostenere con i fondi della Next generation Eu e del collegato Pnrr. Come del resto le nuove rotte del traffico mercantile e della logistica commerciale che dall’Atlantico vanno nella direzione dell’Albania e dei Paesi balcanici, attraversando la penisola italiana, impongono la creazione della nuova infrastruttura stradale e ferroviaria che colleghi il porto di Gaeta con quello di Vasto sull’Adriatico, utilizzando il territorio delle due province di Frosinone e Latina come bypass accelerato tra i due mari interni del Mediterraneo. Solo con una progettazione del genere, di ampio respiro, si potranno raccogliere le nuove sfide del mercato globale».
Elezioni provinciali: quali le ambizioni della Lega?
«Alle prossime elezioni provinciali la Lega, con la sua rappresentanza e con il profondo radicamento territoriale nelle realtà amministrative, costituirà una positiva sorpresa all’interno del panorama politico. Ciò che contraddistingue i nostri amministratori, oltre alla preparazione ed alla militanza, è l’estremo attaccamento al proprio territorio, senza alcuna subordinazione rispetto ad altre zone».
Europee e comunali: quali strategie, anche nell’ambito del centrodestra?
«Il modello europeo che ha contraddistinto le decisioni di Bruxelles e di Strasburgo, nel corso degli ultimi anni, è stato sempre quello della subordinazione, spesso silente, della politica rispetto alle decisioni assunte dai tavoli della grande finanza internazionale o dalle lobby comunitarie. Le maggioranze trasversali e variabili, abbracciandosi in Europa con i Socialisti e sostenendo, contemporaneamente, in Italia una coalizione di centrodestra, non possono più essere tollerate. Questi giochetti appartengono ad un passato ormai archiviato e che ha lasciato disastri nella società, nell’economia e nel concetto stesso di democrazia».
Che tipo di manovra economica è quella varata dal Governo di centrodestra?
«Una manovra prudente ma concreta, che tiene conto della disponibilità di 24 miliardi di euro di risorse, destinate per oltre due terzi alla riduzione del cuneo fiscale e contributivo, per garantire un maggiore potere di acquisto ai salari, fino al tetto di 35.000 euro. L’accorpamento delle aliquote Irpef, da quattro a tre, sarà finanziato attraverso la tax expenditure, che permetterà ulteriore risparmio alle famiglie dei contribuenti».
Editoria: quanto sono importanti i piccoli giornali e i quotidiani locali? Cosa fare per salvaguardarli?
«Il paradosso del nostro sistema di finanziamento pubblico all’editoria, purtroppo, genera spesso alcune iniquità, per cui abbiamo quotidiani nazionali che vendono la metà rispetto ai nostri quotidiani locali, ma beneficiano di risorse ingenti, al solo scopo di comparire all’interno delle rassegna stampa, volte a condizionare la politica del Paese. Ecco perché, per garantire la democrazia effettiva, il Governo deve continuare ad investire, in misura più ampia e coerente, sul pluralismo dei mezzi di informazione, che passa necessariamente per l’editoria locale, cartacea e online».
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