BARI – La trasformazione dei fondi di coesione in strumento coordinato al Pnrr, l’istituzione della Zes unica (con la decadenza ex lege degli attuali commissari) ma anche il via libera ad un piano di assunzioni straordinario che permetterà di assegnare 2.200 funzionari anche alle Regioni e ai Comuni meridionali. Con il decreto legge Sud, che il Consiglio dei ministri dovrebbe licenziare domani, il ministro Raffaele Fitto prende in mano ufficialmente la partita dei fondi Fsc, ponendoli a completamento della strategia che mira a utilizzare quelle risorse per lo spostamento dei progetti considerati «non eligible» nella revisione del Pnrr.
Significa che le Regioni (e in particolare Puglia e Campania) non avranno a disposizione il tesoretto su cui contavano per il completamento della programmazione, sulla base di un meccanismo ormai consolidato. Fsc, creato per il Mezzogiorno, è da sempre considerato un bancomat (nella scorsa programmazione fu utilizzato anche per coprire l’emergenza covid) ma il meccanismo immaginato dal decreto di Fitto smonta il modello della «coesione» delegata alle Regioni e lo accentra alla struttura ministeriale. La norma lascia impregiudicato il vincolo di destinare l’80% delle risorse (nel decreto Draghi erano quantificate in 75 miliardi) al Mezzogiorno, che però non transiteranno tutti dalle Regioni. Fitto infatti assegnerà dal tesoretto le risorse destinate ai ministeri a favore del Sud (l’esempio sono i progetti in capo al Viminale, eliminati dal Pnrr perché ritenuti non coerenti con le disposizioni europee). Da tutto quello che resta saranno individuate le somme «eventualmente destinate alle regioni» su cui il ministero del Sud e i governatori dovranno definire l’«accordo con la coesione» per concordare «la realizzazione di specifici interventi, anche con il concorso di più fonti di finanziamento»….
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LA REPLICA DELLA CGIL PUGLIA: FITTO FA IL GIOCO DELLE 3 CARTE
«Non avevamo dubbi che la cosiddetta rimodulazione dei progetti tagliati dal Pnrr sarebbe stata finanziata con le risorse del Fondo sviluppo e coesione. Il ministro Fitto prova a fare il gioco delle tre carte e il risultato, stando così le cose, è un ritorno a un centralismo che avvilisce le autonomie locali». L’attacco è della segretaria generale di Cgil Puglia, Gigia Bucci, che commenta così le anticipazioni della stampa riguardo al decreto Sud, che prevede la trasformazione dei fondi di coesione in strumento coordinato al Pnrr. Per Bucci questa manovra «toglie risorse al sociale e alla cultura» e «si traduce in meno trasferimenti per il Mezzogiorno, che dovrebbe sommare il 40% dei fondi del Pnrr alla provvista legata al FSC». «Questo governo e il ministro Fitto – prosegue – in evidente difficoltà, sottrae quelle risorse che sono state utilizzate per progetti di inclusione sociale, lotta alle povertà, politiche attive del lavoro, riqualificazione risorse umane, social housing, tutela dell’ambiente, gestione risorse idriche ed efficientamento energetico». Di qui l’invito alla Regione Puglia affinché «si faccia capofila di una protesta che coinvolga tutte le istituzioni del Mezzogiorno. A questa non mancherebbe il sostegno della nostra organizzazione e dei lavoratori e delle lavoratrici».
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