«Si faccia dell’Italia una Zes, una Zona economica speciale, fino a completamento del Pnrr». Il presidente dell’Abi-Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, lancia dalle colonne della Gazzetta l’innovativa proposta che potrebbe consentire di superare i problemi che si stagliano all’orizzonte della “messa a terra” del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Presidente quali impressioni ha tratto dall’incontro di Bari «Abi per lo sviluppo del territorio»?
«Guardi è il primo che facciamo dopo la pandemia e sì, certamente, si vedono i problemi della congiuntura ma, soprattutto, si avverte la voglia di vivere delle persone, cui è molto connesso anche questo grande sviluppo del turismo. È come fosse un dopoguerra. La guerra in Ucraina non è finita ma quella al Covid sì e vedo questo spirito che coinvolge la gente ma anche le imprese e le banche che hanno voglia di fare, di lavorare e costruire. Questo spirito positivo di non rassegnazione l’ho avvertito molto forte a Bari. Inoltre, mi pare che banche e imprese vanno molto più d’accordo che anni fa. Due fattori che è importante siano espressi in una delle principali regioni del Mezzogiorno, che è molto rappresentativa e vede indice dei prestiti e risparmi che sono tra i livelli massimi d’Italia» .
Dagli ultimi dati BankItalia in Puglia emerge che il Taeg dei crediti per investimenti è del 50% più costoso della media nazionale. Analisti lo spiegano con dati peculiari come la scarsità di fonti di finanziamento alternative. Secondo lei?
«Faccio un’analisi complementare e aggiungo che in Puglia il deterioramento del credito è oltre il 50% superiore alla media italiana e, di conseguenza, ciò incide sulla prezzistica sui prestiti. Va anche detto però che il deterioramento è meno elevato del passato. Quindi c’è un miglioramento» .
Per esaltare gli effetti di questo spirito positivo, post-bellico, che lei ha colto benissimo, cosa sarebbe necessario fare?
«Bisogna semplificare le normative. Il Pnrr soffre di normative che si sono stratificate le une sulle altre. In Italia quando vien fatta una legge, vengono aggiunte le norme ma non vengono abrogate, in termini espliciti, le precedenti. Sono come le mura dell’Iliade, stratificate. A Bari abbiamo sentito parlar bene delle Zes, con aree che le stanno sperimentando positivamente e fanno affluire fondi Ue che si impiegano in tempi giusti. Allora forse sarebbe il momento di deliberare che tutta l’Italia sia in una Zes perché così avremmo una semplificazione delle norme già codificata e sperimentata. Lo farei a tempo. Farei dell’Italia una Zes fino a completamento del Pnrr».
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