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Il valore strategico dell’economia marittima in Sardegna e ruolo delle Zes per il rilancio della Sardegna al centro del Mediterraneo. È l’oggetto del dibattito pubblico, organizzato oggi da SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e ospitato dall’AdSP del Mare di Sardegna al Molo Ichnusa, a margine del quale è stato siglato l’accordo con il Commissario Straordinario della Zona Economica Speciale Sardegna, Aldo Cadau, per favorire lo sviluppo della ZES e dell’economia manifatturiera a essa collegata. Come emerso nell’incontro, le ZES si rivelano fondamentali nella sinergia tra il sistema logistico-portuale e l’industria manifatturiera e nel favorire nuovi investimenti attraverso incentivi fiscali e amministrativi. Secondo le stime, possono impattare in modo importante su alcuni indicatori economici, incrementando per esempio il traffico portuale fino all’8-9% annuo e l’export del 4%. Il PNRR prevede 170 milioni di euro per il sistema portuale sardo e 28 milioni per il progetto Green Port, che ha l’importante obiettivo di rendere le attività portuali sostenibili e compatibili con i contesti urbani portuali. Tema chiave è accompagnare le aziende nel cogliere tali opportunità e in questa direzione va il protocollo tra Commissario Straordinario e Intesa Sanpaolo, strumento per il supporto agli investimenti sostenibili delle piccole e medie imprese operanti nella ZES regionale, attività di reshoring, programmi di sviluppo imprenditoriale singoli e in filiera, corsi di formazione dedicati al management delle aziende attive nell’area, iniziative a elevato impatto economico e sociale che possano attrarre investitori. Relativamente al focus sull’economia del mare, curata da Massimo Deandreis, Direttore generale di SRM e dall’economista di SRM Alessandro Panaro, emerge che il valore aggiunto generato per la Sardegna è pari a 1,5 miliardi di euro e gli occupati sono 39mila unità. L’import-export dell’Isola, assolutamente dipendente dal mare che ne veicola il 97% del totale, nei primi 9 mesi del 2022 è stato pari a 14,6 miliardi di euro (+78% rispetto al 2021). Il traffico energetico, in particolare il petrolio (greggio/raffinato) è la principale categoria di merce scambiata, con una quota del 90% sul totale (12,7 miliardi di euro); seguono minerali metalliferi con il 3% e i prodotti chimici con il 2%. Nel 2022 i porti dell’Autorità di Sistema del Mare di Sardegna (Cagliari, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portovesme, Santa Teresa, Arbatax) hanno movimentato quasi 44 milioni di tonnellate di merce, in linea con il 2021 (-0,4%), ma ancora non sono stati recuperati i livelli pre-Covid (-5% rispetto al 2019). La principale categoria di merci movimentata dai porti dell’isola sono le “rinfuse liquide”, che con 26 milioni di tonnellate rappresentano il 59% del totale cargo gestito (+1,2% sul 2021). Altro traffico di eccellenza del porto è il RO-RO (Roll-on, Roll-off), traffico di navi che trasportano automezzi gommati, che nel 2022 è ammontato a circa 12 milioni di tonnellate (-12,3% sul 2021, ma +9% sul 2019). I numeri più significativi in termini di crescita di traffico passeggeri riguardano i passeggeri di linea, che con un totale di oltre 6,6 milioni registrano un aumento del 21,6% sul 2021 e dell’8% sul 2019. Il comparto delle crociere ha movimentato circa 221 mila passeggeri, facendo registrare un incremento pari al 249% sul 2021. Il confronto con il 2019 esprime ancora una variazione negativa, pari al -52%. I porti dell’isola marciano, comunque, verso la direzione giusta. Il PNRR ha assegnato alla ZES Sardegna 10 milioni di euro per i collegamenti infrastrutturali. A livello più generale, è stata importante per le ZES la nuova proroga prevista dalla Legge di Bilancio per il 2023, che consentirà di accedere al credito d’imposta per un ulteriore anno (dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023). La medesima Legge ha inoltre assegnato risorse per 65,2 milioni. Le ZES rappresentano uno strumento che secondo le stime può impattare in modo importante su alcuni indicatori economici: può far crescere l’export fino al 4% del totale annuo; può far crescere il traffico portuale fino all’8-9% annuo; può moltiplicare gli investimenti pubblici con un coefficiente di 1 a 2 (ogni euro investito dal pubblico se ne aggiungono ulteriori 2 provenienti da privati). Per la Sardegna, grazie ai porti, si aprono nuove opportunità di business con il servizio di bunkeraggio che risponda alle nuove esigenze. I porti del Nord Europa si stanno già attrezzando e grandi realtà portuali, come Singapore o Malta nel Mediterraneo, hanno fatto del bunkering un fattore chiave di successo e di attrazione dei traffici navali. L’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna (ADSP), in accordo con la società Saras, ha avviato il servizio di bunkeraggio navale a settembre 2019. Il PNRR evidenzia 170 milioni di euro destinati al sistema portuale della Sardegna. Per il progetto Green Port l’ADSP del Mare di Sardegna è assegnataria di 28 milioni di euro. Il progetto ha l’obiettivo di rendere le attività portuali sostenibili e compatibili con i contesti urbani portuali attraverso il finanziamento di interventi volti all’efficientamento e alla riduzione dei consumi energetici delle strutture e delle attività portuali. L’obiettivo principale della misura è ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria nelle città portuali attraverso interventi finalizzati all’efficienza energetica e alla promozione dell’uso dell’energia rinnovabile nei porti. L’ADSP è altresì interessata da 7 progetti importanti inerenti il cold ironing (elettrificazione delle banchine) per un totale di oltre 70 milioni di euro che andranno ulteriormente a disegnare un porto più sostenibile e in linea con i parametri fissati dall’UE. “Ribadiamo con convinzione il ruolo strategico delle Zes – ha evidenziato Massimo Deiana, presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna – in particolare nella stimolazione dei traffici portuali e di, conseguenza, nello sviluppo di tutte le attività operative legate al cluster, compresi i futuri insediamenti produttivi con fiscalità agevolata nelle aree demaniali, sulle quali l’AdSP, con la sua governance di respiro sistemico, svolgerà con maggiore incisività e vigore il ruolo di catalizzatore di intrapresa. Se poi allarghiamo l’orizzonte all’unica e irripetibile spinta derivante dai fondi PNRR destinati alla portualità, sono certo che per gli scali della Sardegna si prospetta nuova stagione di sviluppo senza precedenti ed il superamento di quelle criticità ormai storiche, una tra tutte quella relativa al compendio contenitori del Porto Canale, che è e rimane la madre di tutte le battaglie”.

 

 

 

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