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A Brindisi un investimento nel porto rischia di tradursi in un braccio di ferro tra istituzioni dello Stato: da un lato l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, dall’altro il Commissario Zes Adriatica Puglia-Molise. Nell’arena sono entrati il sindaco di Brindisi e la Soprintendenza e, recentemente, il Dipartimento per la Coesione della Presidenza del Consiglio e, da ieri, il Ministero delle Infrastrutture. Due strutture centrali dello Stato che interpretano la stessa legge (quella sulla Zes) in maniera diversa: segno che la norma forse è stata scritta male. Morale: una società, la scozzese, Act Blade, che intende realizzare sulla banchina del molo Sant’Apollinare di Brindisi, una struttura per la costruzione di pale eoliche, non solo rischia di perdere un finanziamento Pnrr ma potrebbe anche essere travolta paradossalmente da una burocrazia che dovrebbe essere “alleata”.

Partiamo dall’inizio. Sfruttando la legge sulle Zes (il DL 91/2017), la società scozzese ha chiesto all’Autorità di sistema portuale, guidata dal prof. Ugo Patroni Griffi, il rilascio dell’autorizzazione unica per realizzare l’investimento. L’autorizzazione unica, ricordiamo, è quell’atto che consente a un’impresa di attivare un investimento beneficiando di iter acceleratori e agevolazioni fiscali.

La norma sulle Zes prevede che le autorizzazioni uniche in ambito portuale vengano rilasciate dai presidenti delle autorità di sistema portuale. Al tempo stesso la norma prevede che (tutte) le istanze vadano presentate allo Sportello unico digitale del Commissario della Zes Adriatica. L’istanza è stata presentata ai primi di luglio scorso quando il Commissario (l’ing. Manlio Guadagnuolo) era nel pieno delle sue funzioni ma non aveva ancora attivato lo sportello unico digitale, cosa avvenuta a partire dal successivo 5 settembre. Anche in questo caso la norma prevede, nella fase transitoria, che tutte le istanze presentate (ai Suap o in questo caso allo sportello dell’Authority) debbano essere trasmesse al Commissario.

Nel caso della Act Blade, la istanza non è stata trasmessa al Commissario, ma l’Authority ha avviato autonomamente la procedura amministrativa con l’indizione della conferenza di servizi “asincrona”, modalità prevista dalla 241/90 per raccogliere i pareri dei vari enti interessati in modalità telematica. Comune di Brindisi e Soprintendenza hanno espresso parere contrario.

A questo punto l’Autorità di sistema portuale ha scritto al Dipartimento per la coesione della Presidenza del Consiglio per chiedere di attivare la cosiddetta soluzione condivisa, il bonario tentativo di conciliazione. Fatto sta che il 31 ottobre, Palazzo Chigi ha rispedito la palla al mittente dicendo non solo che avrebbe dovuto chiudere la procedura ma che la eventuale relazione per attivare la “soluzione condivisa” dovesse essere attivata dal Commissario.

Apriti cielo. Dalle telefonate alle mail alle pec il percorso è stato breve. Ognuno difende la sua trincea: l’Autorità di sistema sostiene che chi rilascia il provvedimento, conduce l’istruttoria. Il Commissario contesta la legittimità della procedura, nel senso che l’istanza della Act Blade non è stata trasmessa al suo ufficio e rivendica la titolarità ad agire. Diversamente, è la tesi, perché la legge prevede che le istanze debbano essere inviate al Commissario? Per tenerle a mò di ricordo?

Fatto sta che l’Authority, nel rispetto della prassi amministrativa, ha portato avanti la procedura convocando una nuova conferenza di servizi invitando il Commissario a partecipare; Guadagnolo, a sua volta, ha invitato a differire l’incontro. Risultato: nessuno dei due prenderà parte all’iniziativa dell’altro. Nel frattempo, venerdì pomeriggio, il Ministero delle Infrastrutture – attivato dall’Autorità portuale – ha messo nero su bianco che la procedura seguita finora è corretta, di fatto smentendo il Commissario. C’è da augurarsi che prevalga il buonsenso, nell’auspicio che tale incidente di percorso possa essere lo spunto per correggere la legge o per fornire una interpretazione univoca. Diversamente, ci penseranno i giudici. E addio alla burocrazia veloce.

 

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