«Ma siamo pronti alla battaglia legale» #finsubito prestito immediato

FERMO Nemmeno la richiesta di prevedere la procedura di saldo e stralcio è stata accolta dal Governo. Così le imprese raggiunte dal Pvc (Processo verbale di constatazione) da parte del fisco hanno solo due opzioni: o pagare o andare in contenzioso. Decisione che dovrà avvenire entro il 31 ottobre.

La cifra

Secondo il direttore di Confindustria Fermo Giuseppe Tosi, sono un centinaio le aziende del Fermano che si trovano di fronte a questo bivio. La maggior parte delle quali, in particolare quelle più esposte, sono pronte alla battaglia legale. Ma il dietrofront del Governo brucia. «Il ministro Adolfo Urso e il Mimit avevano assicurato che sarebbe stata introdotta la procedura di saldo e stralcio. Tant’è che si discuteva sulla percentuale da riversare. La comunicazione che, invece, la nostra richiesta era stata respinta per mancanza di copertura finanziaria è stato un fulmine a ciel sereno», esordisce la presidente di Confindustria Accessori Moda Annarita Pilotti, imprenditrice calzaturiera con Loriblu di Porto Sant’Elpidio. Ancora una volta le aziende sono state lasciate nell’incertezza perché per quelle che sceglieranno di aderire alla procedura è prevista «una congrua riduzione percentuale delle somme».

Il dubbio

Ma a quanto ammonta esattamente “congrua”? È un sconto del 2 o del 20 per cento? Una percentuale che potrebbe influenzare la decisione dell’azienda. «Le imprese dovrebbero saperlo per poter decidere cosa fare. Perché un conto è versare qualche migliaio di euro e un conto è versare diverse centinaia di migliaia di euro» osserva la stessa Pilotti. Che definisce questo dietrofront la seconda ingiustizia subita dalla moda dopo la retroattività della norma sul credito di imposta per ricerca & sviluppo. E se attivando il saldo e stralcio, lo Stato avrebbe incassato, ora che questa possibilità non c’è più gran parte delle imprese raggiunte dal Pvc sembra orientata ad aprire il contenzioso. Rendendo incerto l’incasso da parte dello Stato. Per cui la mancanza di copertura finanziaria addotta dal Governo nel ritirare l’emendamento presentato dalla maggioranza sembra un autogol. «Leggo che molti tributaristi riescono a vincere in primo grado contro il fisco. Per cui, se la giustizia si dovesse orientare a favore delle imprese, lo Stato vedrebbe sfumati i previsti incassi», sottolinea Pilotti.

Le conseguenze

«Questo – dice – dovrebbe far riflettere il Governo e farlo tornare sui propri passi. La presidente ora chiede due cose. Primo: un’ulteriore proroga della scadenza. Secondo: maggiore chiarezza su una normativa ancora intricata, ancor più oggi con un “congruo sconto” tutto da definire. «Cercheremo di coinvolgere anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, per sostenere le imprese della moda visto che rientrare nel credito di imposta in futuro, così come è stato concepito, sarà molto difficile».