Rovigo – Se si ferma l’auto, anche il Polesine rischia di rimanere a piedi. Dal punto di vista occupazionale. Secondo un’analisi di Confapi Padova, sono 15 le imprese produttive nel settore automotive, soprattutto subfornitura meccanica, attive in provincia di Rovigo, mentre circa 550 sono le imprese interessate nella filiera, che comprende anche la commercializzazione e i servizi post-vendita. In tutto si tratta di un comparto che dà lavoro a circa 1.300 dipendenti.
Un numero di posti di lavoro che è superiore al numero di tutti gli abitanti di 11 di Comuni polesani. Hanno, infatti, meno di 1.300 abitanti Papozze, Frassinelle, Bagnolo, Villamarzana, Guarda, Pincara, San Bellino, Salara, Gaiba, Villanova Marchesana, Canda e Calto. Fra l’altro, questi ultimi due comuni, insieme, arrivano più o meno a quella stessa cifra. Questo per far capire quale sia il peso del comparto anche in una provincia che non ha una particolare vocazione nel settore automotive.
Ma si capisce bene anche guardando al valore economico delle esportazioni del settore della produzione industriale automotive, che per Rovigo, da solo, vale invece circa 73 milioni di euro. Oltre l’8% del totale dell’export provinciale.
Numeri che arrivano da un’analisi di Fabbrica Padova, il centro studi di Confapi, che, partendo dai dati Istat e Unioncamere del Veneto relativi agli insediamenti nel territorio, ha calcolato quante imprese potrebbero pagare ripercussioni rispetto a quanto sta accadendo in Germania, in un settore che già deve fare i conti con il crollo delle vendite del Gruppo Stellantis, che, a settembre 2024, ha registrato un drammatico -33,9% delle immatricolazioni rispetto al 2023, chiudendo la trimestrale con un pesantissimo -27% alla voce ricavi.
Così inquadrata si capisce perché la crisi del settore automobilistico sia vista con estrema apprensione. Anche in Polesine, che già fa i conti con le possibili pesantissime ripercussioni della crisi Berco, non direttamente legata all’automotive, ma comunque azienda metalmeccanica, che ha annunciato il licenziamento di 480 lavoratori, circa 150 dei quali polesani.
Allargando la prospettiva all’intero Veneto si sale a 306 imprese produttive nel settore automotive, attive soprattutto nella fabbricazione di parti e accessori per gli autoveicoli e i loro motori, 182. Ma sono 11.283 quelle che compongono la filiera regionale, che comprende la produzione di auto e componentistica, ma anche la commercializzazione e i servizi post-vendita, dando lavoro a 26.420 dipendenti.
“Altri rilievi statistici – aggiunge Confapi nella sua articolata analisi – aiutano a inquadrare la situazione. Come noto, la Germania è il principale partner commerciale delle imprese del territorio, basti ricordare che, nel 2023, le esportazioni venete verso l’area tedesca ammontavano a 11,286 miliardi di euro, mentre quelle padovane a 1,852 miliardi. Sul totale, proprio le esportazioni delle attività manifatturiere incidono in modo preponderante, perché sono pari a 10,909 miliardi di euro per l’intero Veneto. L’export del settore della produzione industriale automotive da solo vale invece circa 1,5 miliardi di euro, pari a quasi il 2% del totale delle esportazioni regionali”.
Per quanto riguarda l’export del Polesine, la Germania rappresenta il primo mercato di uscita delle produzioni, con il 18,5% del valore complessivo delle esportazioni, che vale circa 329,7 milioni di euro. E, dai dati Enioncamere sul primo semestre dell’anno, di vede già un calo del -2,1% sul 2023 pari a -3,6 milioni di euro in valori assoluti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l'articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link