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Una mobilitazione di almeno 11 miliardi di euro, dai 3 attuali, un utile netto stimato a 60-70 milioni nel 2021, che raddoppierà a 140 milioni nel 2023 e supererà i 240 milioni nel 2025, con un Roe (return on equity) rispettivamente al 10%, 15% e 20%, il lancio di nuovi fondi di investimento tramite la sgr e un accordo di partnership con la Ion Group di Andrea Pignataro.

È un piano industriale 2021-2025 ricco e denso quello presentato oggi da Illimity a opera del ceo Corrado Passera (nella foto), , per prima a organizzare una conferenza stampa in presenza, e che incorpora già un pay-out ratio compreso tra il 20%-30%. Il primo dividendo sarà a valere sull’utile netto del 2022 con un payout del 20%.

Tuttavia il mercato non ha dimostrato di averlo capito fino in fondo e il titolo ha segnato rosso tutta la mattinata e mentre si scrive è sotto del 6% circa a 11,50 euro. La spiegazione, ha detto la società, è legata alle speculazioni avvenute sul titolo di Illimity quando nelle scorse settimane uscì il rumor di una presunta opa da parte di Ion Group sulla banca. In quella sede, il titolo guadagnò fino al 20%.

Tornando ai target del piano, i costi operativi sono previsti in crescita in misura meno che proporzionale rispetto ai ricavi, con tasso di crescita media annua del 14% nel periodo 2020-25, con un primo target di costi operativi, inclusi ammortamenti, pari a circa 216 milioni nel 2023 e circa 255 milioni nel 2025. La stima inoltre è di un patrimonio netto di un miliardo nel 2023, il che farebbe di illimity uno dei cosiddetti unicorni, cioè startup che valgono 1 miliardo, e di 1,4 miliardi nel 2025, per un coefficiente Cet1 sempre superiore al 15% nonostante la distribuzione di dividendi cumulati in arco piano per circa 180 milioni (in caso di via libera Bce) a partire dall’esercizio 2022.

L’organico salirà a fine piano a circa 1.100 risorse dalle attuali 650. Il costo del credito è previsto in crescita in arco piano, rispetto ai valori di partenza del primo trimestre del 2021 che beneficiano di una significativa componente di crediti con garanzia pubblica, a circa 90-100 punti base nel 2023 e a circa 90 punti base nel 2025.

 

L’accordo con Ion

L’accordo annunciato prevedere, per il momento, l’ingresso di Ion in Illimity con il 9,9% in aumento di capitale riservato. Una quota, valutata 87 milioni di euro tra azioni (5,57 milioni) e warrant (2,4 milioni) rispettivamente a 10 e 12,5 euro, che come spiega Passera ai giornalisti “è fissa per ogni nuovo investitore di minoranza” anche se il limite, specifica il ceo, “non è perentorio”.

 

Leggi anche Tutto sulla Ion Group di Andrea Pignataro, il Bloomberg italiano

 

L’ingresso di Ion ha la funzionalità di suggellare una joint venture che nasce con la piattaforma It della challenger bank di cui Ion ha acquistato la licenza, operazione che genererà per illimity ricavi per 90 milioni di euro al 2025. La piattaforma, spiega Passera, “è “totalmente scalabile e funzionale: in Illimity non abbiamo server ma tutto è sul cloud. Questo consente maggiore flessibilità, abbattimento dei costi e una più rapida capacità di reazione” attraverso l’uso di “un unico grande database” che viene utilizzato all’interno della struttura. “Qui c’è molto del nostro valore”, sottolinea il ceo, che evidenzia le “tantissime sinergie” provenienti dalla jv con Ion, ad esempio nel credit scoring, nella data analysis e nella market intelligence.

 

Segmento growth e direct bank

Il piano, come detto, è particolarmente ricco. Una delle direttrici di crescita riguarda le piccole e medie imprese, riunite nella divisione growth guidata da Enrico Fagioli che finora ha generato 1,1 miliardi di giro d’affari. Il mercato del credito performing alle imprese, ha ricordato Passera, vale 700 miliardi di euro e il gruppo intende crescere proprio su questo fronte fornendo crediti netti alla clientela per oltre 5 miliardi, dall’1 attuale, nel 2023 e per oltre 7 miliardi al 2025 (+25% anno su anno). Nel corso del Piano è previsto un graduale ribilanciamento del contributo del margine di interesse dal 59% del 2020 al 55% del 2025, a seguito del progressivo incremento della componente di ricavi commissionali e di altri ricavi.

Questo grazie anche al contributo delle nuove iniziative: B-Ilty, la nuova Hype e illimity Sgr. B-Ilty, in particolare, sarà la prima banca diretta completa e digitale per le piccole imprese (“un milione” sono rappresentano il potenziale mercato), che avrà come punto di forza la customer experience e le modalità di servizio. La banca sarà lanciata entro fine anno. Previsto anche il consolidamento ulteriore di Hype, la joint venture con il gruppo Sella, che punta a raggiungere i 3 milioni di clienti dagli attuali 1,4. In quest’ottica entro il terzo trimestre di quest’anno verrà presentata la nuova Hype, che evolverà a money management hub per coprire le esigenze del cliente a 360 gradi.

Sempre sul fornte growth, il piano si propone di sviluppare ulteriormente l’attività di credito ai turnaround aziendali, per nuovi crediti e investimenti per 1,3 miliardi cumulati, attraverso le competenze maturate nel segmento single names, rafforzate dalla presenza del network di Tutors e valorizzando la competenza trasversale con la Divisione Distressed Credit nel segmento dei portafogli utp (unlikely to pay); sviluppare l’attività di credito cross-over e acquisition finance alle imprese con l’obiettivo in questo segmento di circa 1,2 miliardi di euro di nuove erogazioni di crediti, sviluppare l’attività di factoring (4,3 miliardi di euro di turnover e di circa 1,1 miliardi di euro di crediti verso la clientela al 2025) e sviluppare l’attività di advisory nel debt e nell’equity capital markets svolgendo attività di NOMAD sull’Italian Alternative Market (AIM), supportando i clienti nel collocamento di mini-bond, sia sul mercato EXTRA-MOT che tramite private placement, garantendo anche supporto nella ricerca di soluzioni di mitigazione del rischio, con l’ambizione di raggiungere quasi 50 milioni di commissioni cumulate in arco piano.

I ricavi per ogni divisione di Illimity bank

Nuovi fondi e distressed

Aspetto interessante è ciò che riguarda la sgr, guidata dal chief lending officer Massimo Di Carlo. Su questo fronte la società di gestione ha annunciato lo scorso aprile il primo closing di illimity Credit & Corporate Turnaround, fondo ad apporto dedicato ad investimenti in crediti classificati come UTP verso PMI con prospettive di risanamento e rilancio. Il valore iniziale del fondo è di 120 milioni di euro e include crediti verso 33 società operanti in settori fortemente diversificati.

Oltre a questo il gruppo prevede di lanciare anche altri fondi, tra fine 2021 e inizio 2022, di cui uno dedicato al private capital, incluso sub-debt e private equity, e uno rivolto al real estate, attraverso neprix Sales (ex-IT Auction), operatore di rilievo nel settore immobiliare e strumentale coattivo che opera con un modello di business digitale e attraverso 6 portali web multi-settoriali, in grado di coprire un ampio spettro di servizi di valorizzazione di beni immobili e strumentali.

Neprix rientra nella divisione distressed, guidata da Andrea Clamer. Tra il 2021 e il 2025 la divisione punta a sviluppare l’attività di investimento con circa 3 miliardi cumulati in arco Piano di acquisti di crediti in sofferenza e UTP, con una redditività in linea con i livelli attuali; sviluppare l’attività di senior financing con il raggiungimento di circa 0,4 miliardi di nuovi finanziamenti e incrementare l’attività di servicing con l’obiettivo di oltre 25 miliardi di euro di masse gestite a fine 2025 tra captive e mandati conto terzi, con oltre 110 milioni di euro di ricavi e il raggiungimento a regime di un EBITDA margin del 46% circa, grazie alle nuove iniziative intraprese nelle due divisioni di business di Neprix.  A tal proposito, è di rilievo il ruolo di special servicer in esclusiva dei crediti acquistati nell’ambito della jv di illimity con Apollo Global Management Inc. recentemente annunciata.

 



 

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