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Il presidente dell’Autorità ha attestato che ad oggi le offerte sul mercato libero dell’elettricità appaiono poco attraenti e sono caratterizzate da prezzi normalmente più alti

“Ad oggi le offerte sul mercato libero dell’elettricità appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti”. A dirlo è il presidente dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, Stefano Basseghini, che ieri ha presentato la relazione annuale, soffermandosi sulla fine del mercato tutelato di gas e di elettricità, che è avvenuta rispettivamente il 31 dicembre 2023 e il 30 giugno 2024.

Ripercorrendo “il lungo processo di superamento della tutela dei prezzi nei mercati dell’energia”, stabilito nel 2017 e rinviato varie volte fino al 2024,  Besseghini ha spiegato che l’introduzione della categoria dei vulnerabili, per i quali è stato previsto il proseguimento della tutela sia nel gas che nel servizio elettrico anche dopo la scadenza, ha ridotto il perimetro dei soggetti interessati”.

Offerte poco attraenti

Nel mercato del gas, per i clienti non vulnerabili si è introdotta la possibilità di proseguire con il proprio fornitore in un regime di prezzo particolare, corrispondente ad una offerta PLACET in deroga, che replica tutte le condizioni contrattuali della tutela, a parte il prezzo lasciato alla libera definizione del venditore”. Per gli altri utenti, il passaggio al nuovo regime, che si è realizzato a gennaio 2024, “ha visto offerte che, per il cliente domestico tipo con un consumo di 1400 Smc/anno, hanno comportato aumenti di spesa compresi tra il 3,7% e il 12,5%”.

La fine dei prezzi tutelati nell’elettricità, che si è concretizzata il 1° luglio scorso, ha previsto, come servizio transitorio per i clienti non vulnerabili, quello a tutele graduali che ha comportato un vantaggio per il consumatore di circa 113 €/anno a parità di tutti gli altri costi”. Ad oggi nel mercato elettrico ci sono 4 tipi di clienti: i vulnerabili serviti in tutela (circa 3,6M) o sul mercato libero (circa 8,4M), che possono in qualunque momento passare dal servizio al mercato e viceversa e manterranno questa prerogativa indefinitamente. I clienti non vulnerabili, transitati automaticamente nel servizio a tutele graduali (circa 3,6M) oppure serviti sul mercato libero (circa 14,7M), che potranno compiere qualunque scelta all’interno del mercato libero ma non potranno scegliere di tornare nei servizi di tutela, salvo il caso in cui (per qualunque motivo) divengano vulnerabili o restino senza fornitore. Ma, come si diceva all’inizio, le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti”.

“Il superamento della fase di transizione, tra servizi di tutela e mercato libero, richiede all’Autorità di rafforzare il controllo e le garanzie nel mercato libero e di focalizzare la propria attenzione sulla capacità del mercato di esprimere prezzi competitivi o servizi a reale valore aggiunto, per valutare l’effettiva evoluzione delle opportunità offerte al consumatore”.

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Bonus sociali, serve copertura degli oneri di sistema con la fiscalità generale

Nel complesso, nel 2023 sono stati riconosciuti circa 4,6 milioni di bonus sociali elettrici e 3 milioni di bonus gas ed è proseguito il percorso di attuazione del bonus sociale idrico, strumento che ha raggiunto 2,3 milioni di famiglie, grazie soprattutto all’automatizzazione del bonus stesso.

Sebbene, il meccanismo dei bonus energetici si sia rivelatoefficace per i consumatori economicamente più deboli, “è emersa in tutta la sua evidenza la difficoltà di intercettare una fascia di consumatori non classificabili come poveri in senso stretto ma che, in presenza di costi straordinari dell’energia, possono vedere compressa in maniera significativa la propria capacità di spesa ed essere portati a compiere scelte di consumo che li avvicinano alle caratteristiche della povertà energetica”. Su questi consumatori non ci sono a oggi strumenti per unire “selettività ed efficacia”, obiettivi forse più raggiungibili secondo il presidente Arera “se si considerasse l’indicazione più volte ribadita da questa Autorità: valutare una significativa copertura degli oneri di sistema per il tramite della fiscalità generale, maggiormente in grado di intercettare gli effettivi livelli di reddito dei soggetti gravati dall’onere”.

Cacofonia commerciale e difficoltà di comunicazione

Rispetto alla comunicazione da parte delle aziende, Besseghini ha parlato di una “cacofonia commerciale” in cui è difficile comunicare in modo chiaro per aiutare il consumatore finale a comprendere le dinamiche di mercato. “È necessario che, superata la fase in cui l’informazione è stata principalmente orientata a rassicurare il cliente finale sulla continuità della fornitura e sulla gratuità del passaggio, si costruisca uno stabile canale informativo per permettere al consumatore di apprezzare gli elementi chiave dell’offerta e la coerenza tra quanto offerto in sede di contrattualizzazione e quanto effettivamente riscontrabile in sede di esecuzione contrattuale”.

Oltre il danno, la beffa è la frase che riassume la condizione attuale dell’utente italiano del mercato del gas e dell’elettricità, come sottolineano anche le Associazioni dei consumatori. “Oltre al fatto che i prezzi sul libero mercato si mantengono elevati e scarsamente competitivi, sono aumentati gli abusi e le pratiche scorrette da parte delle aziende, come dimostrano le numerose denunce, segnalazioni e interventi delle autorità competenti – rilancia Federconsumatori – Una situazione che, in assenza di interventi normativi e regolatori seri e determinati (che attualmente non scorgiamo all’orizzonte), non è destinata a risolversi. Unica nota positiva è la proposta di copertura degli oneri di sistema attraverso la fiscalità generale, ma manca all’appello la riforma di tali oneri, che ancora annoverano voci obsolete o improponibili. Attendiamo segnali dal Governo, che al contrario, finora, ha solo smantellato tutele”.

 

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