Carlyle e Maccaferri, è arrivato l’accordo sul bond da 190 milioni emesso da Officine e acquisito in maggioranza dal fondo americano. Si avvia così la messa in sicurezza del debito della società della holding Seci che, insieme a Samp, è quella che sta più a cuore al gruppo della famiglia Maccaferri. Ora, fanno sapere dall’azienda, una volta messo in ordine l’aspetto finanziario, ci si può concentrare su quello più prettamente industriale. E il piano di rilancio, che tarda ad essere completato, ha così compiuto un primo passo, subendo una prima, tanto attesa, accelerazione.
Da negoziare
Resta, invece, ancora da negoziare l’offerta del fondo Carlyle e degli altri candidati (Oxy Capital e Hpas) sull’intera holding che ancora soffre della crisi debitoria del valore di 750 milioni di euro che ha fatto esplodere la crisi dell’estate scorsa. In sostanza, l’accordo su Officine Maccaferri garantisce alla società il rientro degli interessi sul bond. Mentre il piano di rilancio, attualmente in fase di negoziazione, prevederà, fra le altre azioni, una potenziale iniezione di nuova finanza anche attraverso l’apertura ad altri bondholders e partner industriali. In linguaggio tecnico, si tratta di un accordo di «forbearance», che Officine Maccaferri spiega nei dettagli e nelle cifre in un comunicato. « Officine Maccaferri Spa — si legge nella nota ufficiale — rende noto che ha sottoscritto l’accordo di forbearance con un gruppo di bondholder rappresentanti almeno il 54% delle obbligazioni Senior 5,75% (ovvero il gruppo qualificato) con scadenza 2021 (le obbligazioni), emesse dalla società in forza dell’«indenture» datato 5 giugno 2014, tra la società Deutsche Trustee Company Limited (il «rustee») e altre parti». L’intesa prevede tra le altre cose la rinuncia all’esercizio dei diritti e alle tutele previsti per il mancato pagamento degli interessi sulle obbligazioni dovuti al 2 dicembre 2019 e comunque entro il termine di 30 giorni dalla scadenza, accordo che consente un po’ di respiro alla società. Officine Maccaferri concentrerà dunque i propri sforzi sul piano aziendale che sta finalizzando. Tale piano includerà, tra l’altro, nuovi strumenti finanziari o di liquidità. Per questo saranno a breve convocati gli obbligazionisti per poter modificare i termini di accordi pregressi e adottare determinate misure per attuare il nuovo finanziamento.
L’accordo
«La sottoscrizione dell’accordo di forbearance — si legge ancora nel comunicato — costituisce un importante passaggio nel contesto dei numerosi sforzi della società di continuare a svolgere tutte le attività necessarie a stabilizzare la propria attività anche attraverso il potenziale supporto degli obbligazionisti, con i quali la società sta finalizzando le negoziazioni». Questa serie di operazioni dovrebbe evitare all’azienda di chiedere il concordato preventivo, come è già accaduto per Samp, Seci e Sadam. In questi ultimi casi la procedura di concordato si è resa necessaria per poter cedere parte delle attività o diverse società intere della holding Seci. Se, eventualmente, fosse richiesto il concordato anche per Officine Maccaferri, fanno sapere dall’aziende, sarebbe solo per ragioni tecniche, ma non cambierebbe nulla nella sostanza. Malgrado le rassicurazioni sulla prosecuzione, seppur a rilento, del piano di rilancio, resta la preoccupazione dei lavoratori che non vedono ancora il concretizzarsi delle promesse di solidità pronunciate fino ad ora. La speranza si accende con questa nuova intesa e l’apertura a diversi partner industriali.
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19 febbraio 2020 (modifica il 19 febbraio 2020 | 08:12)
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