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Il 20 gennaio i finanzieri del Comando Provinciale di Padova, nell’ambito di un’operazione diretta dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal tribunale di Padova, per un importo complessivo di 2,5 milioni di euro circa, di beni e disponibilità finanziarie riconducibili a due amministratori di una società immobiliare, indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche e reati societari. Si tratta di due persone, di Piazzola sul Brenta di 61 anni e Bassano del Grappa (Vicenza) di 57 anni.

Cosa è successo

Nel corso dello stesso intervento sono state effettuate diverse perquisizioni nelle province di Padova, Vicenza, Treviso, Ferrara, Modena e L’Aquila. Dalla metà del 2022, i militari del Gruppo di Padova coordinati dal maggiore Nicola Gazzilli, hanno svolto indagini sul conto dell’impresa con sede nella provincia padovana, recentemente trasferita in Abruzzo, che avrebbe utilizzato bilanci e documenti ritenuti falsi, nel periodo immediatamente successivo al lockdown, per richiedere e ottenere ingenti finanziamenti da diversi istituti di credito, assistiti dalla garanzia dello Stato concessa a sostegno delle piccole e medie imprese.

Come funzionava

Il modus operandi escogitato si è concretizzato nell’acquisizione della società non più operativa, formalmente intestata nel tempo anche a prestanome, attraverso la quale venivano avanzate richieste di finanziamento alle filiali di primari istituti di credito. Per risultare meritevoli del credito bancario gli indagati avrebbero falsificato i bilanci, aumentato in maniera fittizia il capitale sociale, predisposto dossier relativi ad asseriti investimenti e progetti da realizzare, richiedendo, parallelamente al finanziamento, la garanzia dello Stato concessa da apposito Fondo a sostegno delle piccole e medie imprese, amministrato da Mediocredito Centrale S.p.a., tramite la compilazione di attestazioni riportanti dati non veritieri in ordine alla percentuale del fatturato conseguito nel 2019, per rientrare nei parametri previsti dalla normativa.

La finalità del Fondo di Garanzia è quella di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese per investire nell’attività aziendale, mediante la concessione di una garanzia pubblica, che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali fornite in proprio dalle imprese. Con l’entrata in vigore del “Decreto liquidità”, provvedimento normativo emanato durante l’emergenza sanitaria, oltre ad aumentare la platea di potenziali beneficiari, sono state semplificate le procedure per fruire dello strumento giuridico e sono aumentate le garanzie fornite dallo Stato. Il denaro indebitamente ottenuto veniva successivamente prelevato o bonificato a favore degli stessi indagati e delle imprese agli stessi riconducibili.

I provvedimenti

Le persone coinvolte sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Padova. Sulla base delle ipotesi investigative delineate, il gip del tribunale euganeo, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura, ha emesso un apposito provvedimento di sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di 2,5 milioni di euro circa, in ordine all’ipotesi di reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, consentendo di sottoporre a vincolo cautelare due

autovetture, tra le quali un Suv di lusso modello Range Rover, e denaro rinvenuto sui conti correnti degli indagati e della società. L’operazione testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza a tutela del bilancio dello Stato e dell’Unione Europea, soprattutto in un delicato momento come quello attuale.

 

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