Intesa Sanpaolo ha cartolarizzato un portafoglio da 1,32 miliardi di euro lordi di crediti misti secured e unsecured, corporate e retail in sofferenza. L’operazione, si legge, nella sezione dedicata del sito del gruppo bancario guidato da Carlo Messina, si è concretizzata lo scorso 12 dicembre con la cessione da parte di Intesa Sanpaolo dei crediti alla società veicolo di cartolarizzazione Andor spv srl, che ha acquisito pro-soluto i crediti derivanti da contratti di finanziamento, ipotecari o chirografari, saldi debitori di conti corrente, insoluti di portafoglio e conto anticipi, sorti nel periodo compreso tra il 1° gennaio 1950 e il 31 marzo 2023.
Come si legge nell’avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 12 dicembre 2023, Banca Finanziaria Internazionale è master servicer della cartolarizzazione, mentre special servicer è Intrum Italy.
Andor spv a sua volta ha emesso tre classi di titoli: una classe A senior da 208 milioni di euro, che paga un tasso fisso del 4,25%, dotata di rating senior Baa1, BBB+ e BBB, rispettivamente emesso da Moody’s, Scope Ratings e DBRS Morningstar; una classe B mezzanine da 40 milioni, che paga un tasso variabile indicizzato all’euribor a tre mesi, più un margine del 10,0%; e una classe J junior da 5 milioni. Sia la tranche mezzanine sia quella junior non sono dotate di rating. Tutte le tranche hanno scadenza finale 30 aprile 2043.
Nel dettaglio, si legge nelle note diffuse dalle agenzie di rating. il pool cartolarizzato è composto per il 50,7% del valore da prestiti originati da Intesa Sanpaolo non garantiti e per il 43,8% da prestiti garantiti senior. Le esposizioni rimanenti sono costituite da prestiti garantiti junior (5,5%). I prestiti sono stati concessi principalmente a debitori aziendali (71,8%). I prestiti senior sono garantiti da ipoteche di primo grado su immobili residenziali e non residenziali (rispettivamente 53,9% e 46,1% del valore totale degli immobili). Gli immobili sono concentrati nel Nord Italia (48,1%), seguiti dalle regioni meridionali (29,3%) e centrali (22,6%).
L’operazione prevede anche l’opzione, su richiesta degli investitori mezzanini e junior, di attivare il coinvolgimento di una Real Estate Operating Company (Reoco). In caso di attivazione della Reoco, lo special servicer potrà proporre l’intervento della Reoco all’asta degli immobili, che nel caso di acquisto devono essere rivenduti entro un massimo di 24 mesi.
Intesa Sanpaolo, quindi, è sempre più Banca Zero-NPL, come recita il motto scelto per indicare l’obiettivo che il gruppo si era posto con il varo del Piano Industriale 2022-2025, puntando al 2025 a un NPL ratio netto sotto l’1%, secondo la metodologia di calcolo EBA (si veda altro articolo di BeBeez). L’obiettivo è stato infatti ormai già quasi raggiunto. E a fine settembre, infatti, il totale dei crediti deteriorati lordi si era attestato a 10,5 miliardi di euro, di cui 3,9 miliardi sofferenze, 6 miliardi di UTP e 600 milioni di euro di scaduti, per un NPL ratio lordo dell’1,9%, corrispondenti a 5,2 miliardi di NPE netti, di cui 1,2 miliardi sofferenze, 3,6 miliardi di UTP e 400 milioni di scaduti, per un NPL ratio netto dell’1% (si vedano qui il comunicato stampa sui risultati dei 9 mesi e qui la presentazione agli analisti). Ricordiamo che il picco era stato toccato a fine 2015 a 64,5 miliardi di euro lordi con un NPL ratio lordo del 17,2% (34,2 miliardi netti, con un NPL ratio netto del 10%).
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