Ha giurato sul suo onore, ha difeso la regolarità della delibera che eroga 16 milioni di euro a quasi 50 comuni del Lazio per lavori urbanistici e di manutenzione stradale, ha anche contrattaccato quando gli è stato rinfacciato (in “compartecipazione” con l’assessora Rinaldi) di aver favorito amministrazioni a trazione centrodestra. Giancarlo Righini, assessore al Bilancio della Regione Lazio, ha respinto al mittente ogni accusa da parte delle opposizioni, in particolare del Pd che lo ha convocato in commissione Trasparenza.
Righini in commissione trasparenza
Oggetto della seduta, che si è tenuta martedì 5 novembre, era la famosa delibera “fuori sacco” presentata in giunta il 22 ottobre. Preannunciata in maniera inusuale dalla compagna dell’assessore Righini in un post Facebook poi rimosso, stabilisce erogazioni da 16 milioni di euro per circa 50 amministrazioni comunali di tutto il territorio. Una modalità che ha scatenato le proteste del Pd, ma anche di qualche alleato (vedi Forza Italia) e di chi è rimasto quasi a secco, perché non raggiunto dai finanziamenti o in modo meno importante.
Caso Biordi, aria pesante in Regione Lazio. I finanziamenti voluti da Righini infuocano la destra
La difesa sul finanziamento ai comuni
“Il fatto che quella delibera sia andata in giunta fuori sacco non vuol dire che tutti ne fossero all’oscuro – ha detto Righini, incalzato dal presidente della commissione Massimiliano Valeriani -. La delibera era conosciuta ai colleghi di giunta ed è stata approvata fuori sacco per consentire agli uffici di poterla trasmettere al ministero nei tempi stabiliti dalla legge”. L’assessore ha poi spiegato che per lo stanziamento dei fondi sono stati utilizzati criteri ben precisi stabiliti da una delibera regionale di settembre, successivamente certificati da Astral (l’azienda regionale che si occupa di lavori pubblici).
Valeriani (Pd): “Non soddisfatto dalle risposte”
La risposta, però, non ha soddisfatto le opposizioni. Per Valeriani “abbiamo posto delle questioni che saranno oggetto di una prossima convocazione in commissione di Astral – ha promesso – e della parte amministrativa: come siamo passati dalla parte a bando a quella senza bando? Se ci sono mancanze di Astral voglio farle emergere. Perché – si chiede ancora il democratico – alcuni comuni in pochi mesi prendono più finanziamenti? Che fine hanno fatto tutti quei comuni che stavano in graduatoria? Li prendono i finanziamenti? Se si fanno ogni 6 mesi le verifiche delle domande pervenute dai comuni, come fa una domanda del 14 ottobre (è il caso del comune di Monte San Giovanni Campano, ndr) a essere accordata il 24 ottobre? Vi chiedo di fare arrivare in commissione le istruttorie delle situazioni valutate positivamente per essere finanziate e di quelle ritenute inidonee”.
La stoccata all’assessora Rinaldi: “Ha favorito la sua provincia”
Attacca anche Daniele Leodori, vicepresidente del consiglio regionale e segretario Pd Lazio. Nel suo mirino finisce anche l’assessora Manuela Rinaldi, che ha la delega ai Lavori Pubblici: “Complimenti a Rinaldi perché al suo territorio di Rieti porta una sproporzione percentuale di finanziamenti – sottolinea in commissione -. I numeri dicono che il 2,5% della popolazione del Lazio porta a casa quasi il 20% dei finanziamenti. Invece, il 20% della popolazione riceve l’8% e il 12,5% della popolazione ne porta a casa il 6,5%. Chiedo scusa a Righini che si è trovato sotto il fuoco di fila. Oggi ho capito che c’è anche l’assessorato ai Lavori Pubblici, che pensavo non ci fosse, e invece capisco che l’azione compulsiva arriva proprio da quell’assessorato e su quell’equilibrio dovremo fare trasparenza”. L’esponente del Pd, assessore al Bilancio durante l’ultima giunta Zingaretti, ha poi concluso: “Non vogliamo far perdere i fondi alla Regione, quindi la delibera vada avanti, ma almeno si corregga questo squilibrio”.
L’esempio di Rocca di Papa
Su questo, però, Righini non sembra volersi piegare: “Ho sempre operato con senso di responsabilità – ha ribadito – e non mi scandalizzo del fatto che in passato c’è un comune che ha ricevuto 3 milioni e mezzo di euro grazie a cinque provvedimenti diversi da 700mila euro ciascuno, in un0unica delibera. Chi governava (il centrosinistra, ndr) aveva dato una soluzione a un problema posto da un’amministrazione. Chi mi ha preceduto in questo ruolo, gli assessori del centrosinistra Sartore e Leodori, hanno operato col mio stesso senso di responsabilità rispetto ai quesiti posti”. Il riferimento è a Rocca di Papa, amministrata da Veronica Cimino tra il 2020 e il 2022.
Il caso Biordi: “Mai un euro pubblico”
C’è stato anche spazio per le questioni più personali. L’annuncio con troppo anticipo della delibera in questione era stato fatto da Lorella Biordi, leghista, ex consigliera di Monte San Giovanni Campano, beneficiario di 400mila euro per il rifacimento di quattro strade. Da quel momento la donna è finita nel mirino: sono cominciate a circolare voci di visite istituzionali di Righini, insieme a Biordi, pagate con fondi di Arsial, l’azienda regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio: “Giuro sul mio onore, come già fatto con i capigruppo – ha detto Righini, mostrano tutte le carte a testimonianza – di non aver utilizzato risorse regionali a fini non istituzionali. Ci sono le certificazioni della Regione e di Arsial. Mai un centesimo rimborsato per le missioni. Pago i miei pranzi e le mie cene con la mia carta di credito quando vado in missione, pur avendo titolo al rimborso”.
Il Pd chiede le dimissioni, FdI fa scudo
Nonostante giuramenti e carte bollate, il capogruppo del Pd Mario Ciarla ha chiesto al presidente Francesco Rocca “di valutare le dimissioni dell’assessore Giancarlo Righini”. A motivare la richiesta è la scarsa soddisfazione “rispetto alle spiegazioni che sono state fornite in merito alla delibera e su molti interrogativi presenti nella relazione del presidente della commissione Massimiliano Valeriani rimasti inevasi”. Il gruppo di FdI fa scudo: “Confermiamo piena fiducia nell’operato di Rocca, della giunta e in particolare degli assessori a Bilancio e Lavori Pubblici Righini e Rinaldi – si legge in una nota – che intervenendo in commissione hanno evidenziato l’indiscussa legittimità della delibera relativa alla programmazione degli interventi sulla rete viaria regionale per l’anno 2025 e l’assoluta correttezza amministrativa, sulla quale non abbiamo mai dubitato”.
M5S: “Delibera opaca”
Per il M5S regionale “è stata deludente l’audizione di Righini, su tutta la linea. Ci troviamo di fronte a un esempio lampante di decisioni politiche opache e discutibili, in netto contrasto con i principi di buona amministrazione e trasparenza che i cittadini si aspettano. La Regione Lazio non può permettersi di gestire i soldi pubblici come fossero una proprietà privata, i cittadini meritano una gestione delle risorse pubbliche che sia trasparente”.
AVS: “Destra impantanata in una spirale di ambizioni personali”
Anche da Alleanza Verdi-Sinistra arriva un attacco politico deciso: “L’audizione si è rivelata una delusione sotto ogni aspetto – le parole di Claudio Marotta -. Non è questione di legittimità della delibera, ma piuttosto di scelte, di opportunità e di modalità operative che caratterizzano una giunta regionale ormai riconoscibile per la mancanza di trasparenza e per un approccio politico incerto e dannoso per il Lazio. Deludente è stata anche la levata di scudi della maggioranza. Un tentativo maldestro di coprire una crisi interna che si protrae da mesi, una crisi che segna la frattura profonda nel centrodestra regionale. I lavori del Consiglio regionale sono paralizzati – prosegue il consigliere Marotta – intrappolati in una spirale di ambizioni personali e lotte intestine tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, che sembrano più interessati a contendersi poltrone e potere che a lavorare per il bene della comunità laziale”.
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