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Subito un decreto legge Aiuti, il quarto della serie. Poi la legge di Bilancio 2023, accompagnata da un decreto fiscale nel quale potrebbero trovare posto le nuove misure di sanatoria sulle cartelle esattoriali: una terza operazione di «saldo e stralcio» per cancellare i debiti col fisco di piccolo importo affidati alla riscossione fino al 2015; la rottamazione quater, per consentire il pagamento agevolato delle cartelle più recenti, fino allo scorso giugno. Questo il mix di provvedimenti allo studio del governo Meloni. I contenuti delle misure dipenderanno però dalle coperture.

A disposizione 15-20 miliardi

Alla Ragioneria generale si stanno facendo i conti. Tre le possibili fonti di finanziamento: i 4-5 miliardi di fondi strutturali europei che la commissione Ue ha deciso potranno essere dirottati sulle misure di contrasto al caro bollette; i 10 miliardi di «tesoretto» lasciati dal governo Draghi e dovuti ancora al maggior gettito rispetto alle previsioni; possibili avanzi sui 14 miliardi stanziati col decreto Aiuti ter, le cui coperture erano state calcolate su un prezzo del gas molto più alto di quello attuale. Le risorse oscillano quindi tra 15 e 20 miliardi. Ma 5-6 serviranno per prorogare fino a fine anno i crediti d’imposta sulle bollette per le imprese e il taglio delle accise sui carburanti. Il resto servirà per la legge di Bilancio 2023 che, tra spese obbligate su pensioni, contratti pubblici e missioni internazionali, più gli ulteriori aiuti che saranno necessari per imprese e famiglie (si ragiona anche sull’aumento dell’Isee per beneficiare del bonus sociale sulle bollette), richiede già fra i 30 e i 40 miliardi di euro.

Dl Aiuti quater

Il primo impegno economico del governo Meloni riguarderà l’approvazione del decreto legge Aiuti quater, per prorogare le misure contro il caro-bollette per le imprese, che scadono a novembre, fino alla fine dell’anno. Si tratta in particolare dei crediti d’imposta del 40% per le aziende energivore e del 30% per le altre, comprese le piccole. Verrà inoltre prorogato fino al 31 dicembre il taglio delle accise sui carburanti, che fa risparmiare circa 30 centesimi al litro sul prezzo alla pompa e che altrimenti scadrebbe il 18 novembre. Tra le ipotesi anche un nuovo bonus una tantum da 150 euro per lavoratori e pensionati fino a 20mila euro. In questo caso, però, dipenderà dalle risorse a disposizione. Per i crediti d’imposta servirebbero circa 5 miliardi mentre per le accise un altro miliardo. Il governo potrà attingere a 4-5 miliardi dei fondi strutturali europei, che la commissione Ue ha deciso potranno essere dirottati sulle bollette.

Saldo e stralcio

Il nuovo saldo e stralcio allo studio prevede di andare oltre quanto fatto con le prime due sanatorie, quella del 2018 (governo Conte 1) e 2021 (Draghi). Con la prima furono cancellate le cartelle fino a mille euro del periodo 2000-2010, con la seconda le cartelle fino a 5mila (purché il reddito imponibile non superasse i 30mila euro) sempre per lo stesso periodo. Stavolta la sanatoria arriverebbe fino al 2015. Quanto al tetto d’importo, dipenderà dalle coperture se si potrà arrivare a 2mila euro. La rottamazione quater dovrebbe invece riguardare le cartelle con debiti superiori, fino allo scorso giugno: si pagherebbe l’importo delle tasse con sanzioni e interessi minimi (5%) e a rate (5 anni). Dovrebbero infine essere riaperti i termini per chi è decaduto dalle precedenti sanatorie.

 

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