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Adoc Uil: accesso negato ai servizi per gli “invisibili” #finsubito prestito immediato


Lavoratori poveri, precari e immigrati: sono gli “invisibili” del nostro Paese, privati dell’accesso ai servizi essenziali e intrappolati in un circolo vizioso di esclusione. Un nuovo rapporto Adoc, presentato nel corso di incontro-dibattito dalla Presidente nazionale Anna Rea, lancia l’allarme su una situazione drammatica che richiede interventi urgenti. L’indagine è stata illustrata alla presenza del Segretario generale UIL Basilicata, Vincenzo Tortorelli, e del Presidente Adoc Basilicata, Canio D’Andrea, alla vigilia dell’inaugurazione della due giorni (8/9 Novembre) della Carovana UIL “No ai lavoratori fantasma”.

In Italia, lavoratori poveri, precari e immigrati costituiscono un esercito di “esclusi” privati dell’accesso ai servizi essenziali.
Di questo esercito fanno parte gli oltre 2 milioni di NEET, giovani che non studiano e non lavorano, concentrati soprattutto nel Mezzogiorno, i 3 milioni di persone tra irregolari e lavoratori in nero, privi di tutele e diritti. A questi si aggiungono i giovani con contratti a termine che non riescono ad accedere ai mutui e a pianificare il futuro, mentre i lavoratori poveri, con stipendi inadeguati, sono costretti a rinunciare a cure mediche, istruzione e ad una casa dignitosa. Anche gli immigrati irregolari vivono in condizioni di vulnerabilità e non possono integrarsi, pur avendo diritto ad alcuni diritti universali.

L’esclusione finanziaria rappresenta un ostacolo insormontabile per queste persone. Il 4,4% di famiglie italiane non possiede un conto corrente, pari a 2,3 milioni di persone. L’accesso al credito è difficile, con tassi di rifiuto elevati, soprattutto per chi ha redditi bassi o contratti atipici. La chiusura degli sportelli bancari e la scarsa educazione finanziaria espongono al rischio di sovraindebitamento e usura.

Il microcredito si presenta come una possibile soluzione. Nel 2022, 130 iniziative di microcredito hanno erogato prestiti per quasi 214 milioni di euro, senza garanzie personali nella maggior parte dei casi. Questo strumento è fondamentale per contrastare l’esclusione finanziaria, ma necessita di maggiore diffusione e di sinergie con le banche tradizionali.

Un altro problema crescente è la povertà energetica. Oltre 2,2 milioni di persone in Italia non riescono a pagare le bollette. Gli immigrati irregolari sono esclusi dall’accesso ai servizi energetici a causa della mancanza di un contratto di affitto o di residenza. Il bonus sociale per l’energia è uno strumento utile ma presenta difficoltà burocratiche e non è accompagnato da una adeguata informazione.

I lavoratori poveri, precari e immigrati spesso rinunciano a curarsi o si indebitano per farlo. Il costo degli studi universitari rappresenta un ostacolo insormontabile. Inoltre, è difficile per loro accedere ad un alloggio dignitoso, a causa di affitti elevati e discriminazioni.

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Per affrontare questa situazione è necessario un cambio di passo. Servono riforme strutturali che garantiscano i diritti costituzionali a tutti, indipendentemente dalla condizione economica e sociale. È fondamentale promuovere l’inclusione finanziaria attraverso l’educazione finanziaria, strumenti di risoluzione del sovraindebitamento e la collaborazione tra banche e microcredito. Bisogna contrastare la povertà energetica con la sospensione dei distacchi, la rateizzazione delle bollette e la facilitazione dell’accesso al bonus sociale. Infine, è necessario garantire l’accesso a salute, istruzione e casa, abbattendo i costi e contrastando le discriminazioni.È tempo di agire. Gli invisibili esclusi dai servizi essenziali non possono più aspettare.

Il segretario Uil Vincenzo Tortorelli con l’invito a partecipare, in questo fine settimana, alla “Carovana Uil” (area Torre Guevara) ha detto che “il rischio è che altri lavoratori-fantasma si aggiungano agli attuali precari. Ci preoccupano e ci vedono impegnati in prima fila le recenti vertenze Callmat che ha annunciato 229 licenziamenti, Favorit e  Fdm, azienda che opera nella logistica nella zona industriale di San Nicola di Melfi, che ha dichiarato la cessazione dell’attività e annunciato il licenziamento collettivo dei 56 dipendenti, per i quali la cassa integrazione scadrà comunque a febbraio. Sull’indotto Stellantis veniamo da una grande manifestazione a Roma il 18 ottobre scorso nella quale abbiamo rinnovato la richiesta di Tavolo alla Presidenza del Consiglio e del rinnovo degli ammortizzatori sociali in scadenza nel nuovo anno. Nel 2023 i contratti precari in Basilicata sono stati 35mila a riprova che la nostra campagna intende avvicinare un numero altissimo di persone alle quali dare la possibilità di un confronto. Anche per questo – ha aggiunto – abbiamo chiesto al Presidente Bardi di istituire l’Osservatorio Regionale del Lavoro per studiare meglio questo fenomeno. Come sindacato delle persone intendiamo sostenere l’attività dell’Adoc a tutela dei diritti delle persone. La “Carovana” sarà l’occasione per rinnovare il Patto Sociale per la tenuta della Basilicata e per dare risposte alle nostre comunità prima che sia troppo tardi”.



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