Quanto vale una laurea conseguita in carcere? Per i docenti universitari 110 e lode, ma per chi l’ha ottenuta, un giovane ingegnere in attesa di giudizio detenuto nel penitenziario palermitano Pagliarelli, probabilmente avrà un significato ancora maggiore.
«Alla casa circondariale Antonio Lorusso Pagliarelli si è laureato in architettura con la tesi sulla greentrification (il rinnovamento urbano) un giovane ingegnere detenuto in attesa di essere giudicato», si legge in una nota. «È la prima laurea al Pagliarelli dopo l’accordo quadro firmato il 25 febbraio 2021 per l’istituzione del polo universitario penitenziario dal rettore di Palermo, Massimo Midiri, e dall’emerito professore Giovanni Fiandaca, allora garante regionale per i diritti dei detenuti della Sicilia».
«Alla proclamazione hanno assistito la moglie, i figli e alcuni familiari emozionatissimi», ha spiegato Pino Apprendi, garante comunale dei detenuti. «Un sentito ringraziamento va ai professori che hanno accompagnato lo studente in questa stupenda storia e a tutto il personale dell’amministrazione penitenziaria che ha collaborato per arrivare all’obiettivo finale. Il voto è stato un meritatissimo 110 e lode». Alla cerimonia di laurea, lo scorso mercoledì, hanno partecipato anche il presidente della magistratura di sorveglianza, Nicola Mazzamuto, e il vicario Simone Alecci, oltre all’attuale garante regionale dei detenuti, Santi Consolo, e il componente dell’ufficio del garante nazionale, Mario Serio. In tre anni il polo universitario penitenziario dell’università degli studi di Palermo ha registrato una cinquantina di iscrizioni, tra immatricolazioni e passaggi ad anni successivi al primo, nove dipartimenti coinvolti e una squadra di orientatori, tutor senior e studenti a supporto degli universitari detenuti.
Grazie al rinnovo dell’accordo quadro sui poli universitari penitenziari la collaborazione tra la Regione Sicilia e Unipa continuerà anche per il triennio 2024-2027, assieme agli atenei di Catania e Messina (in un secondo momento verrà siglato anche a Enna) e al coinvolgimento del garante regionale dei diritti dei detenuti della Regione Sicilia, al provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e all’assessorato regionale dell’istruzione e della formazione professionale. «Si tratta di un progetto in cui crediamo moltissimo e che negli ultimi anni ci ha visti impegnati con diverse iniziative e numerose azioni di rilievo indirizzate all’eliminazione di ostacoli economici e sociali che impediscono il diritto allo studio di persone fragili e vulnerabili, e che mirano a un’effettiva realizzazione della concezione rieducativa della pena», ha spiegato il rettore Midiri.
L’università di Palermo si è occupata anche dell’allestimento di sale dedicate allo studio negli istituti di pena (che verranno ulteriormente potenziate grazie all’acquisto di personal computer aggiuntivi) e della fornitura di materiale didattico, oltre all’esonero dal pagamento delle tasse universitarie e della tassa regionale per il diritto allo studio.
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