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Il nuovo esecutivo targato Meloni è sul banco di prova. Le principali proposte avanzate in campagna elettorale riguardano il fisco. Vediamo cosa faranno sulla flat tax

Cosa farà il nuovo governo sulla flat tax? Andiamo a vedere il programma elettorale di Giorgia Meloni e del centrodestra per capire come si muoverà l’esecutivo per quanto riguarda le politiche fiscali. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

Flat tax: il governo Meloni sul banco di prova

Tra poche settimane il nuovo governo dovrebbe essere pienamente operativo. Al timone, visto il risultato delle elezioni, potrebbe esserci proprio Giorgia Meloni, che si troverà a dover affrontare una serie di dossier complicati. In primis quello della crisi energetica, ma non solo. C’è ad esempio il tema della tasse, su cui soprattutto gli alleati di Fratelli d’Italia nel centrodestra hanno costruito la campagna elettorale. Andiamo quindi a vedere quali sono le proposte che Meloni ha inserito nel suo programma e quali sono quelle nel documento sottoscritto da tutta la coalizione, per capire che cosa farà il nuovo governo sulle tasse.

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Flat tax: le differenze con i salviniani  

«Avanti tutta sull’estensione della flat tax fino a 100mila euro di fatturato». Matteo Salvini non molla: dopo i risultati deludenti delle elezioni politiche ha ricevuto un nuovo mandato dai dirigenti della Lega a rappresentare il partito e ora spinge sui cavalli di battaglia del Carroccio, tra cui proprio la tassa piatta. Il pressing su Giorgia Meloni è forte: si punta a un primo intervento già in legge di Bilancio.

La presidente del Consiglio in pectore, però, avrà diversi problemi a far quadrare i conti: le emergenze sono tante, le voci di spesa ancora di più e le coperture latitano. La coperta, insomma, è corta, e si farà fatica anche solo per confermare tutti gli aiuti contro il caro-energia varati da Draghi, oltre che prevedere qualche aiuto contro i nuovi rincari di gas e luce e forse qualche lieve aumento in busta paga.

Per questo la leader di Fratelli d’Italia continua a protendere di più per la flat tax incrementale. Dal partito, poi, alcuni fanno notare che mentre Salvini chiede la tassa piatta in Veneto il governatore leghista Luca Zaia sta meditando su un possibile aumento dell’Irpef ai redditi medio-alti. Una contraddizione, insomma. Vediamo nel dettaglio come potrebbe essere estesa la flat tax e con quali costi.

Flat tax: addio alla tassa unica per tutti

Innanzitutto quello che sembra certo è che per ora la tassa unica al 15% o al 23%, come promesso da Salvini e Berlusconi in campagna elettorale, non si può fare. La versione più bassa, secondo le stime del 2019 (quando Salvini voleva farla approvare dal governo Conte I), costerebbe tra i 50 e i 60 miliardi di euro.

La cifra si può abbassare se si prevede una prima estensione dell’attuale regime forfettario ai dipendenti con redditi medi e ai pensionati senza assegni d’oro, ma difficilmente sarebbe inferiore ai 15 miliardi di euro. Con una tassa al 23%, invece, il costo sarebbe compreso tra i 20 e i 30 miliardi ogni anno: una vera e propria finanziaria ogni dodici mesi.

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Flat tax: estensione alle partite Iva

Che queste ipotesi per ora siano impossibili sembra essersene reso conto anche Salvini, che infatti punta solo sull’allargamento del regime agevolato per le partite Iva (attualmente pagano il 15% di Irpef fino a 65mila euro di reddito annuo). L’estensione della flat tax per gli autonomi fino a 100mila euro costerebbe circa 1 miliardo di euro.

Flat tax: il programma fiscale del centrodestra in pillole

Di seguito gli interventi in materia fiscale che l’eventuale governo meloniano vuole realizzare:

  • Ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare;
  • Estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100mila euro di fatturato;
  • Introduzione della flat tax sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di un ulteriore ampliamento per famiglie e imprese;
  • Progressiva eliminazione dell’Irap e razionalizzazione dei micro-tributi.

Flat tax: quali vantaggi

La flat tax incrementale, invece, sarebbe valida sull’aumento dei redditi dichiarati. Per fare un esempio: se nell’anno X ho dichiarato 60mila euro e nell’anno successivo dichiaro 65.000 euro, sui 5.000 euro in più sarà applicata la flat tax al 15% o 23%. La misura sarebbe sostanzialmente a costo zero, nel senso che non ridurrebbe le entrate attuali, ma garantirebbe aumenti di entrate minori rispetto a quelli che ci sarebbero con il sistema di oggi.

Ad essere coinvolti sarebbero i lavoratori dipendenti (che vedrebbero aumentare la retribuzione per le ore di straordinario lavorate in più o avrebbero un premio sugli incrementi di stipendio per un tempo limitato) e gli autonomi (se ampliano il reddito e quindi la clientela, anche oltre la soglia attuale dei 65mila euro di reddito).

Flat tax: il tema cartelle fiscali

Sulle cartelle in essere, “saldo e stralcio” fino a 3mila euro per le persone in difficoltà e, per importi superiori, pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi, e rateizzazione automatica in 10 anni

Sulle situazioni che precedono la cartella, “tregua fiscale” con la formula del 5+5: imposta definita attraverso una interlocuzione con l’Amministrazione finanziaria, sanzione forfettaria al 5% e rateizzazione automatica in 5 anni.

Per saperne di più leggi il seguente articolo.

La flat tax secondo Meloni
La flat tax secondo Meloni

Flat tax: in sintesi sul fisco

Come già avanzato, nel programma elettorale del centrodestra era stato inserito un capitolo intero sulle proposte fiscali. Tra queste c’era la riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese, il no alle patrimoniali, l’abolizione dei micro tributi, la pace fiscale, incentivi fiscali alle imprese che più assumono, la flat tax per partite Iva fino a 100 mila euro di fatturato e l’introduzione del conto unico fiscale. Il centrodestra governerà insieme ma chiaramente, alla luce del risultato emerso dalle urne, Fratelli d’Italia avrà un peso maggiore. E, di conseguenza, le sue proposte.

Flat tax: detassazione per i giovani

Una fiscalità agevolata è necessaria soprattutto per combattere la disoccupazione giovanile. Bisogna “debellare la piaga della disoccupazione giovanile – si legge nel programma – zero tasse per i primi tre anni per i giovani under 30 che si mettono in proprio e incentivi alle aziende che assumono i ragazzi”. Sempre in tema di tasse e giovani, Fratelli d’Italia propone anche di eliminare nuove tasse sulla prima casa e azzerarle anche sui primi 100 mila euro per l’acquisto della prima casa da parte di giovani coppie e lavoratori precari.

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