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diMarina Amaduzzi

In 4 anni messi 2 milioni. Clancy: Roma non lo finanzia più

Tra il 2020 e il giugno 2024 il Comune di Bologna ha erogato oltre 2 milioni di euro di contributi che hanno permesso di salvare dallo sfratto circa 420 famiglie, in media 100 all’anno. Famiglie che non riuscivano più a pagare l’affitto per la perdita del lavoro o per altri validi motivi, per le quali si è cioè evitata la convalida in sede giudiziaria.

La situazione locale

«Questi numeri vanno rapportati alle convalide per morosità emesse dal Tribunale nel solo Comune di Bologna — fa notare Emily Clancy, vicesindaca con delega alla casa e all’emergenza abitativa —, sono circa 100 all’anno, per cui si deduce che in assenza di queste risorse gli sfratti convalidati sarebbero stati il doppio». Un aiuto fondamentale quindi, reso possibile grazie al fondo per la morosità incolpevole, «che questo governo non ha più finanziato», sottolinea Clancy. Un aiuto che rende un po’ meno drammatico il quadro degli sfratti a Bologna e area metropolitana, «un trend in risalita dopo la pausa per il Covid», fa notare Francesco Rienzi, segretario provinciale del Sunia, il sindacato degli inquilini. «Dall’1 gennaio a fine giugno — aggiunge — le prime richieste di convalida di sfratti per morosità o per finita locazione tra Bologna e città metropolitana sono state 600, in tutto il 2023 erano state 877, nel 2022, ultimi dati ufficiali del ministero,786, quindi si capisce come l’aiuto che deriva dal fondo sulla morosità incolpevole sia importante».




















































L’intervento del Comune

«Ad ogni udienza in Tribunale — spiega Clancy — i nostri funzionari propongono ai proprietari le soluzioni previste dal fondo. Abbiamo fatto un tavolo con il presidente del Tribunale e i funzionari della Prefettura e dicono che questo strumento funziona molto bene, risponde a una serie di esigenze. Sulle pratiche, noi riusciamo ad evitare che alcuni sfratti vengano convalidati, tra un terzo e la metà come trend sugli ultimi 3 anni». Al proprietario di casa viene infatti liquidata la cifra che va a saldo della morosità maturata dall’inquilino che per effetto di condizioni non dipendenti dalla sua volontà (appunto, incolpevoli) non è riuscito a pagare con regolarità i canoni di affitto. Cifre che si aggirano su alcune migliaia di euro. Che il Comune sta erogando negli ultimi due anni con risorse che derivano dal suo bilancio, per circa 400 mila euro all’anno.

Stop ai fondi da Roma

«Negli ultimi due anni il governo Meloni non finanzia più il fondo per la morosità incolpevole e il fondo per il contributo all’affitto — spiega Rienzi —. Nel 2022 grazie ai fondi ministeriali la Regione aveva a disposizione 40 milioni di euro, quest’anno la Regione ci ha messo dal proprio bilancio 10 milioni». «Una scelta politica — aggiunge la vicesindaca —, mentre noi abbiamo deciso di rifinanziare questo fondo per la morosità incolpevole che ci consente di dare questo aiuto importante, evitare uno sfratto, a volte accompagnare una persona che sta perdendo la casa verso un nuovo affitto, mettendo una caparra. È davvero un aiuto importante che pare stia funzionando».

Tutti i numeri

Il fondo, che si basa su un protocollo sul disagio abitativo firmato per la prima volta nel luglio 2011 in Prefettura da Tribunale, Comune di Bologna, Comuni dell’area metropolitana, avvocati, sindacati degli inquilini e associazioni dei proprietari, alla fine di dicembre, dopo svariate proroghe, scade. «Siamo preoccupati», ammette Rienzi che vede una crescita delle richieste di sfratto. Gli ultimi dati ufficiali del ministero dell’Interno sono del 2022: per finita locazione c’erano stati 56 sfratti a Bologna e 141 nel resto dell’area metropolitana, mentre per morosità ce n’erano stati 124 a Bologna e 465 nel resto della provincia, per un totale di 786. Nei primi sei mesi del 2024 sono già stati 600 — sottolinea il segretario del Sunia —, sono numeri basati su nostri calcoli, visto che partecipiamo a tutte le udienze in Tribunale. Le prime richieste di convalida dello sfratto per morosità sono state, tra Bologna e provincia, 435 per morosità e 165 per finita locazione, in tutto 600. L’anno scorso erano state 877 in totale: 626 per morosità e 251 per finita locazione. Quando finisce la locazione significa che il proprietario non rinnova il contratto perché vuole raddoppiare o triplicare l’affitto, e così le persone per trovare una casa devono andare spesso in un’altra provincia».

2 agosto 2024 ( modifica il 2 agosto 2024 | 13:03)

 

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