Il 1 luglio scorso Thai Airways, dopo un’assenza di cinque anni, ha ripreso i collegamenti (giornalieri) tra Milano e Bangkok. Si tratta al momento dell’unico volo diretto tra Italia e Thailandia, in attesa che il 16 novembre prossimo parta quello di ITA Airways tra Roma e Bangkok, cui dal 4 aprile 2025 si aggiungeranno i collegamenti da Milano e Roma per Phuket operati da Neos.
Al TTG di Rimini, The Flight Club ha incontrato il Sales Manager per l’Europa sud-orientale, il Mediterraneo e l’Africa della compagnia asiatica, Armando Muccifora, al quale ha chiesto un bilancio di questi primi (quasi) quattro mesi del Malpensa-Bangkok.
Quattro mesi che si vola. Come stiamo andando?
“Bene. Anzi benissimo. Era semplice, forse, contare su un luglio e agosto pieni, meno prevedere un load factor superiore al 95%. E un ottobre e novembre intorno al 90%, in due mesi in cui la richiesta è notoriamente un po’ più debole”.
E l’outlook per i mesi invernali com’è?
“Ottimo, da dicembre fino a marzo compreso. Tanto che la macchina che abbiamo usato all’inizio dei voli, il Boeing 787-8, è già stato sostituito con una più grande, il 787-9 (che ha 298 anziché 256 passeggeri e una Business Class da 30 posti anziché 22 e in configurazione 1-2-1 invece della 2-2-2 del 787-8, ndr)”.
Gira voce che stiate già pensando all’A350-900…
“Posso confermare che sia così. Se ne sta parlando apertamente”.
Si tratterebbe anche di uno step ulteriore anche in termini di prodotto…
“Sì, anche se il nostro 787-9 offre già un prodotto di ottimo livello, sia in Business sia in Economy. Certo, l’A350 sarebbe una macchina ancora più grande e con maggiore disponibilità di posti non solo in Economy, ma anche in Business”.
Quanti di coloro che partono da Malpensa si fermano in Thailandia e quanti proseguono oltre? E, nel caso, verso dove?
“Poco oltre la metà di tutti i passeggeri si fermano a Bangkok o comunque restano in Thailandia. Il resto prosegue per lo più verso il sud-est asiatico e a seguire verso l’Australia, Giappone e Hong Kong”.
State già registrando prenotazioni da parte di repeaters, cioè di coloro che in Thailandia ci vanno una volta e poi tornano non molto tempo dopo?
“Sì, anche perché la Thailandia è proprio quel genere di destinazione. Secondo una statistica, il 60% di coloro che si recano nel Paese, poi ci ritorna almeno un’altra volta”.
Il picco della stagione è dicembre… a Natale come siete messi?
“Siamo già sold-out in alcune date, come nei giorni attorno a Natale. Noi overbooking non lo facciamo, o almeno cerchiamo di non farlo. Ma ci sono giorni dove siamo già adesso al 100% della capacità”.
E’ ipotizzabile un raddoppio della frequenza giornaliera o quantomeno un aumento delle frequenze settimanali?
“Al momento e per il prossimo futuro no, perché abbiamo un problema di macchine. Come sapete, Thai ha messo in atto qualche anno fa un processo di ristrutturazione che ha comportato anche la messa terra definitiva di alcuni velivoli, soprattutto i quadrimotori Airbus A380 e Boeing 747 che erano i più costosi da operare. La flotta, anche di lungo raggio, è stata ridimensionata. Certo, alcuni mesi fa abbiamo piazzato un ordine importante per 45 Boeing 787 con una opzione per altri 35, che dovrebbe consentirci di espandere ulteriormente il network e accrescere le frequenze. Ma i tempi di Boeing sono quello che sono…”.
Adesso, dall’Italia, arriva anche ITA.
“Sì, ma sono due mercati diversi. Il volo non-stop ha un’attrazione irresistibile per il viaggiatore per cui non credo che il nostro bacino di utenza verrà più che tanto toccato, visto che il passeggero del nord Italia volando con ITA dovrebbe fare scalo a Roma”.
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