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e Quinto Cappelli

Rita Nicolini, lei è la direttrice dell’agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Ieri dal Governo sono arrivati ulteriori circa 8 milioni. Come commenta?

“Dopo aver condiviso le priorità con i Comuni del cosiddetto ‘cratere’, avevamo mandato una richiesta formale al Dipartimento nazionale di Protezione Civile al fine di finanziare ulteriori interventi. Ora, alla luce di questi ulteriori soldi, aggiorneremo il piano”.

Sono solo una parte di ciò che serve, dunque.

“La ricognizione del danno sul solo patrimonio pubblico ammonta a 56,7 milioni di euro”.

Quante sono state le richieste da parte dei privati danneggiati dal terremoto di un anno fa?

“A oggi abbiamo ricevuto 48 istanze di contributo: 35 a Tredozio, 11 a Rocca San Casciano e 2 a Castrocaro e Terra del Sole. La concessione ed erogazione del contributo per l’immediata riparazione può comprendere ulteriori 1.200 euro per ogni unità immobiliare danneggiata”.

Sono previsti ulteriori aiuti ai privati, a parte i 30mila euro iniziali?

“Prima degli 8 milioni di ieri, il Consiglio dei Ministri ne aveva stanziati 6. Le prime risorse comprendevano le spese di soccorso, i primi interventi urgenti e anche le misure di assistenza alla popolazione, come il Cas, il Contributo di autonoma sistemazione, per i nuclei famigliari evacuati da edifici inagibili e non ripristinabili con gli interventi di immediata riparazione”.

A parte i rinvii dei pagamenti, ci sono sgravi fiscali e la possibilità di applicare il Superbonus al 110%?

“Il Superbonus è stato prorogato per le aree terremotate al 31 dicembre 2025. Così come avevamo richiesto, eventuali quote a carico che eccedono il contributo concedibile possono essere oggetto di sgravi fiscali. È possibile cedere il credito alle condizioni indicate dall’Agenzia delle Entrate”.

I sindaci avevano segnalato tempi troppo stretti per iniziare i lavori più urgenti: la scadenza è ancora inizio novembre?

“Non più. Abbiamo condiviso le necessità col territorio e ora la chiusura lavori è stata posticipata a fine febbraio 2025, mentre la rendicontazione a fine marzo 2025”.

Per le chiese danneggiate sono previsti sostegni?

“Purtroppo i fondi che abbiamo avuto fino a oggi a disposizione non lo consentono. Abbiamo comunque fatto richiesta per la riparazione rapida di quegli edifici che possono garantire la continuità del culto nella comunità”.

Il Comune di Portico e San Benedetto chiedeva di essere incluso tra i paesi danneggiati e c’è riuscito.

“Quando abbiamo trasmesso l’esito della ricognizione complessiva, abbiamo evidenziato la situazione di Portico. Il Dipartimento nazionale di Protezione Civile ha valutato di estendere la dichiarazione dello stato di emergenza, almeno in parte, al territorio comunale di Portico con riferimento specifico ai crolli del cimitero di Bocconi”.

C’è dialogo tra Regione e Governo sul terremoto?

“Il confronto tra istituzioni e Governo non può e non deve mai mancare. Tramite il dipartimento nazionale di Protezione civile e il Dipartimento Casa Italia della presidenza del Consiglio dei Ministri, stiamo dialogando per la definizione del perimetro delle misure da attuare nei prossimi mesi”.

C’è, secondo lei, un rischio spopolamento, legato all’abbandono dei luoghi terremotati? Quali misure si possono applicare per evitarlo?

“Sì, il rischio è concreto. Pensiamo che oltre al terremoto, gli stessi territori hanno dovuto affrontare anche la terribile alluvione del maggio scorso. Certamente una gestione commissariale ad hoc, con capacità giuridica e finanziaria per avviare un rapido e completo processo di ricostruzione e di ripresa economica dei territori colpiti è indispensabile. Occorrono incentivi specifici per sostenere e rivitalizzare i centri storici e i nuclei abitati nelle nostre montagne”.

Se la sente di fare una previsione dei tempi della ricostruzione?

“Va detto che al momento non ci sono gli strumenti giuridici e finanziari per avviare un processo di piena ricostruzione. Con le prime misure attivate possiamo stimare che nel corso del 2025 saranno più di 50 i nuclei familiari sfollati che potranno rientrare nelle loro case. Un dato positivo, che potrà ridimensionare notevolmente l’emergenza abitativa in pochi mesi”.

 

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