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di M.R.

È all’interrogazione della deputata Francesca Ghirra di Alleanza Verdi e Sinistra che la sottosegretaria di Stato Fausta Bergamotto ha risposto rivendicando un ruolo da protagonista del governo per contravvenire alle esigenze di Arvedi per il rilancio dell’acciaieria Ast di Terni. Tuttavia è sui tempi incerti per la stipula dell’accordo di programma che insiste la deputata Elisabetta Piccolotti. In un’altra sede istituzionale, quelle regionale, lo scambio di informazioni avviene nel corso del botta e risposta tra Thomas De Luca e l’assessore Michele Fioroni: «L’Accordo non è firmato – ha detto – perché ad oggi le produzioni Arvedi non possono essere competitive. Serve tavolo con Enel».

Governo su Ast «La società Acciai Speciali Terni – ha detto Bergamotto – ha sempre rappresentato una realtà di eccellenza strategica per l’industria siderurgica, tant’è che il sito è stato all’attenzione di diversi esecutivi. Come riferito dal Ministro Urso in un recente Question Time alla Camera, mentre si stava lavorando all’Accordo di programma, l’azienda ha rappresentato la primaria questione dei costi dell’energia. Ci si è trovati, quindi, dinnanzi a due problematiche diverse, l’una relativa ai costi dell’energia e l’altra relativa al supporto agli investimenti».

La nazionalizzazione imperfetta «Relativamente al costo dell’energia – ha rappresentato ancora Bergamotto -, sentito il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, informo che con il decreto legge n.181 del 2023, è stata introdotta la misura del cosiddetto Energy release per promuovere l’autoproduzione di energia rinnovabile delle imprese che operano nei settori energivori. La disposizione normativa ha previsto un meccanismo per lo sviluppo di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili basato su un meccanismo di anticipazione di energia elettrica nella disponibilità del Gse ad un prezzo calmierato. Allo stesso tempo, è in fase di definizione anche la riforma prevista dal Pnrr per promuovere lo sviluppo di un mercato dei contratti a lungo termine di energia da fonti rinnovabili, contratti che possono favorire la stabilizzazione dei costi energetici dei consumatori e la minore esposizione alla volatilità dei mercati spot all’ingrosso».

Accordo di programma Arvedi Ast «Relativamente al supporto tecnico agli investimenti – ha detto ancora Bergamotto -, si sta valutando l’utilizzo della misura dei Contratti di Sviluppo per i progetti di tutela ambientale, per supportare il piano di riconversione di Ast a Terni. Infine, con la Presidenza del Consiglio, il Dipartimento Politiche Europee, la regione e i tecnici del Ministero, si stanno vagliando ulteriori ipotesi di intervento, la cui fattibilità dipenderà dalla compatibilità di queste ultime con la normativa europea. In conclusione, il Ministero si è attivato sin dall’inizio per dare concretezza al piano di Arvedi per il sito Ast e conferma anche oggi la disponibilità ad attivare tutti gli
strumenti di propria competenza per supportare il piano di rilancio e salvaguardia occupazionale dell’acciaieria».

Avs Piccolotti nella replica mette in guardia: «C’è il rischio concreto di non poter realizzare per il sito interessato gli investimenti previsti dal Pnrr. La ritardata conclusione dell’accordo di programma con Arvedi determinerà l’impossibilità di installare nuovi impianti a Terni, ponendo le basi in prospettiva per una più grave crisi delle acciaierie. Il Governo ha portato avanti una politica energetica nazionale in aperto contrasto con gli obiettivi del Pnrr, tra i quali l’abbattimento del prezzo dell’energia attraverso lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Quanto alla scelta del Governo di puntare sul nucleare, questo richiede investimenti importanti e decenni per la sua realizzazione, nel corso dei quali, se non si dovesse intervenire e attuare gli investimenti opportuni, le acciaierie rischieranno di chiudere con gravi ripercussioni occupazionali».

Fioroni Ancora su tempi dell’Accordo e le criticità da risolvere è il M5s a pungolare la giunta Tesei. «A Terni – ha detto l’assessore Fioroni – si gioca una partita dell’Italia e dell’Europa. Il tema energetico si pone fuori dall’accordo di programma. L’ostacolo più improntate era la deroga dall’Ue per gli aiuti di stato, ed è superato. Avuta questa deroga il problema si pone per un acciaio totalmente  decarbonizzato: la sfida è produrre acciaio da fonti rinnovabili. E Terni sarebbe l’unica acciaieria collegata ad una vicina grande derivazione. Il tema si pone con chi fornisce l’energia, cosa che ha fatto la presidente Tesei in più occasioni. Nessuno ha mai parlato di nucleare per Terni. Serve mettersi al tavolo con Enel affinché il tema specifico di Ast venga considerato da Enel come elemento unico per le sue caratteristiche, derogabile a meccanismi di mercato, perché ora c’è la problematica che riguarda la competitività del sistema siderurgico europeo. L’Italia ha sempre avuto una produzione di acciaio di altissima qualità, ma la politica è stata miope sul versante energetico. La presidente Tesei ha chiesto un incontro a Enel con i ministri Urso e Pichetto Fratin per affrontare il tema energetico. L’accordo di programma si potrebbe firmare anche oggi, ma attualmente renderebbe l’acciaio non competitivo».

De Luca (M5s) «Nella sua risposta – osserva De Luca -, l’assessore Fioroni non ha  chiarito cosa intende fare la Giunta regionale affermando che ‘il tema  energetico si pone al di fuori dell’accordo di programma’ e che la vera  sfida è ‘produrre acciaio utilizzando fonti rinnovabili’. Lascia senza  parole la risposta di Fioroni quando dichiara che ‘la presidente Tesei ha  intrapreso azioni di moral suasion nei confronti di Enel affinché il tema  Ast venga trattato come un caso unico, derogabile alle normali leggi di  mercato. Ciò che preoccupa maggiormente – aggiunge De Luca – è quando  Fioroni ha affermato che l’accordo di programma non si può firmare finché  non si risolve il tema dei costi energetici perché questi non renderebbero  competitivo l’acciaio prodotto. Quindi cosa facciamo, aspettiamo il 2029 La  situazione si trascina da troppo tempo e rischia di compromettere il futuro  produttivo dell’intero polo siderurgico ternano. Secondo quanto risposto dall’assessore Fioroni, la Regione Umbria e lo Stato italiano dovrebbero sedersi al tavolo con un soggetto che nel 2029 dovrebbe partecipare, al pari di qualsiasi altro privato, alla gara per le concessioni dell’idroelettrico. Una sciocchezza enorme che dimostra il vuoto pneumatico della politica. Non chiediamo azioni di rottura, ma di  far valere ciò che ci spetta. Il tempo degli annunci è finito, ora servono risposte chiare e azioni immediate».

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