Crescita, gratificazione e responsabilità. Stamani il volontariato di protezione civile si è raccontato in un convegno, attraverso la voce dei giovani che – pur indossando divise diverse – sono accomunati dal desiderio di operare in sinergia per aiutare la comunità e le persone in difficoltà. Un lavoro di squadra che porta anche alla nascita di nuove amicizie e all’acquisizione di competenze specifiche. Testimonianze significative, quelle emerse dal palco della sala InCooperazione, che ha portato il capo della Protezione civile nazionale Fabio Ciciliano ad annunciare “l’istituzione di un Tavolo tecnico di protezione civile dei giovani con un’età massima di 30 anni, perché il loro punto di vista ci aiuterà a disegnare assieme il futuro e le strategie di crescita delle strutture operative che fanno capo alla nostra realtà”. Il convegno organizzato dal Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, con il Comune di Trento e il Dipartimento nazionale, ha coinvolto circa 350 persone in presenza e in collegamento da tutta Italia. “Un momento di crescita importante per il sistema della protezione civile, perché ha messo al centro le nuove generazioni” ha osservato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che ha ricordato il ruolo di coordinamento affidato al Trentino nell’ambito della Commissione che riunisce tutte le Regioni italiane: “Abbiamo competenze, esperienza e strumenti che ci rendono unici, ma siamo chiamati a continuare a guardare al futuro, per una sempre migliore gestione delle emergenze. Il coordinamento e la sinergia tra le strutture appare centrale anche per il raggiungimento dei risultati: compito delle istituzioni è e sarà quello di rimanere al fianco dei volontari, anche nello snellimento degli adempimenti amministrativi”.
Tanti sono i volontari che operano nell’ambito del sistema di Protezione civile: in Italia si parla di quasi 300mila persone, di cui circa 12mila in Trentino. Secondo gli ultimi dati elaborati nel 2023, la media dei volontari territoriali a livello nazionale è di 1 ogni 208 abitanti, mentre in Trentino troviamo un volontario di protezione civile ogni 44 residenti.
Numerosi sono stati gli argomenti di riflessione: dal ricambio generazionale al ruolo sociale del volontariato nelle comunità in cui opera, fino all’attesa semplificazione burocratica per rendere più snelle le procedure alle quali le associazioni e la Federazione dei Vigili del fuoco volontari sono chiamati a rispondere per lo svolgimento delle attività.
Le riflessioni e le testimonianze delle ragazze e dei ragazzi sono state stimolate da Erica Cova e Stefano Vallari, in rappresentanza del Dipartimento Protezione civile trentino e nazionale. Il capo della protezione civile trentina Stefano Fait e il responsabile dell’Ufficio Stampa Giampaolo Pedrotti hanno invece moderato la tavola rotonda con i rappresentanti istituzionali locali e nazionali. “Il volontariato di protezione civile continua ad essere attrattivo, ma la difficoltà maggiore è favorire la presenza attiva dei giovani in queste realtà, alla luce dell’impegno richiesto” ha osservato Fait, evidenziando come in Trentino si possa contare su un “volontariato professionista”, altamente specializzato: “Una struttura complessa, capace di riorganizzarsi e riadattarsi ogni volta in cui si verifica un’emergenza”.
“Il volontariato è un patrimonio ineludibile e dunque il ricambio generazionale appare come un tema cruciale. Spetta a noi ascoltare la voce dei giovani, che faticano a penetrare in organizzazioni che in alcuni casi appaiono guidate da anziani: affidiamo dunque a loro la leadership – sono state le parole del capo Dipartimento protezione civile nzionale, Ciciliano -. Guardiamo con attenzione ad una realtà importante come quella della Provincia autonoma di Trento, fondamentale anche per la governance dei sistemi regionali di protezione civile”. Proprio il direttore generale della Provincia e coordinatore tecnico della Commissione Protezione civile delle Regioni e delle Province autonome Raffaele De Col si è concentrato su questo ruolo: “Il volontariato è un’arte che ogni Regione esprime in maniera diversa a seconda delle proprie capacità. Fondamentale, in questo senso, è il ruolo dei funzionari che con abnegazione e competenza coordinano le operazioni sul campo. Ai volontari siamo chiamati a garantire formazione, strumentazione e tutele in materia di responsabilità”.
Sul tema si sono espressi anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli (“Quello della protezione civile è un esempio per tutto il mondo del volontariato, alla luce della sua capacità di combinare dimensione altruistuca ed efficienza”); il commissario del Governo Giuseppe Petronzi (“E’ importante trovare un equilibrio tra lo sponaneismo, il volontariato e l’organizzazione”); il presidente del Comitato Trento capitale europea del volontariato Giorgio Csagranda (“Fare volontariato rende felici, ma la richiesta che arriva è di non essere ingabbiati nella burocrazia”); la vicepresidente del Comitato nazionale del volontariato Francesca Ottaviani (“Il volontariato rappresenta una straordinaria occasione di partecipazione, uno spazio attraverso il quale ci si mette a disposizione degli altri”) e Fabio Braccini, membrino del Comitato nazionale del volontariato (“Il volontariato organizzato richiede grande impegno e va riconosciuto anche nelle scuole”).
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(a.bg)
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